In piazza l’azalea dell’Airc che fa «fiorire» la ricerca
Ritorna a fiorire in piazza l’azalea della ricerca di Airc, l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro. E diventa subito atteso motivo di incontro, di condivisione e di divulgazione di importanti progetti.
«Grande è il desiderio di incontrare i nostri sostenitori che mai ci hanno abbandonato nei mesi della pandemia, permettendoci di confermare il nostro sostegno a importanti progetto di ricerca», afferma Esmeralda Rettagliata Gnutti nella sua nuova veste di presidente del Comitato Lombardia di Fondazione Airc, risultato che dedica alle centinaia di volontari bresciani di Airc che anche durante i mesi di chiusura hanno mantenuto il loro impegno nelle scuole incontrando gli studenti anche in modalità a distanza.
Da oggi a domenica, con le azalee nelle principali piazze bresciane (per ogni piantina, una donazione di 15 euro), è occasione di incontri rinnovati ma anche di riflessione sull’impatto che il nuovo Coronavirus ha avuto sulle nostre vite. A Brescia, dopo la tappa in Poliambulanza, questo sabato si può acquistare in Piazzale Arnaldo e Corso Zanardelli.
Un evento così devastante che ha spinto ricercatori e scienziati di tutto il mondo a stabilire un’alleanza straordinaria che ha consentito loro di viaggiare verso un’unica direzione, quella di trovare un vaccino per contenere gli effetti devastanti del virus sulla nostra salute. Per ottenere risultati in tempi rapidissimi, tuttavia, i ricercatori non sono partiti da zero. I vaccini a Rna messaggero (Pfizer e Moderna), con meccanismi d’azione differenti rispetto a quelli «tradizionali», ad esempio, si sono avvalsi anche del lavoro ventennale di chi si occupa di Rna per mettere a punto un vaccino contro il cancro. Un impegno che nel nostro Paese vede in prima linea anche gli oltre cinquemila ricercatori sostenuti dall’Airc - molti anche a Brescia sia all’Università degli Studi sia al Civile - che si conferma «il primo e principale polo di finanziamento privato alla ricerca in Italia» come sottolinea la presidente.
Ed è anche grazie alla loro ricerca, fatta di impegno, di studio e di abnegazione, che si sono raggiunti risultati importanti su più fronti.
«La pandemia ha messo in luce l’importanza della ricerca scientifica - afferma -. Molti nostri ricercatori, nell’anno straordinario che abbiamo vissuto, si sono occupati di Covid. Necessario puntare i riflettori sulla pandemia anche se, purtroppo, essa non ha fermato il cancro. Ha però rallentato le diagnosi precoci che negli anni ci hanno permesso di ottenere risultati significativi in termini di sopravvivenza e di guarigione. Ci sono grandi ritardi, con milioni di screening rinviati di cui pagheremo le conseguenze. Medici ed operatori raccontano le difficoltà ad operare all’interno di un quadro drammatico in cui bisogna recuperare, e fare presto. Una grande preoccupazione che, per noi di Airc, è in parte mitigata dal sostegno che abbiamo ricevuto anche nei giorni più bui. Ora torniamo nelle piazze con l’azalea, il fiore di Fondazione Airc diventata simbolo della Festa della Mamma. Grazie all’azalea, negli anni abbiamo raccolto 275 milioni di euro per la ricerca».
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