In manette lo scippatore ciclista

Arrestato lo scippatore ciclista a segno nei mesi scorsi: puntava a collanine ma non solo. Refurtiva recuperata dalla Mobile
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Usava la bicicletta per agire. E soprattutto per fuggire più celermente. Un modus operandi che lo scippatore seriale aveva già usato in passato, a Pavia. E proprio dopo aver scontato la sua pena in carcere, tornato in libertà, ha esportato il metodo a Brescia.

Lo scippatore ciclista - un tunisino 33enne - è però tornato ad occupare le patrie galere dopo che la Squadra Mobile della Questura di Brescia gli ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Carlo Bianchetti su richiesta del sostituto procuratore Roberta Panico, in cui gli vengono contestati due distinti scippi avvenuti ad aprile e maggio in città.

All’arrestato viene anche contestato la ricettazione di una catenina provento di un ulteriore scippo commesso nello stesso periodo. 

L’uomo avvicinava le vittime con una banale scusa e subito dopo strappava loro i monili indossati (in un caso una collana, nell’altro un orologio d’oro) dandosi poi alla fuga a bordo di una bicicletta. Gli oggetti rapinati venivano subito dopo venduti presso alcuni negozi compro oro cittadini.

Proprio monitorando e controllando questo tipo di esercizi commerciali, gli investigatori della Squadra Mobile hanno concentrato la loro attenzione sull’indagato, poi effettivamente riconosciuto dalle vittime, che aveva già scontato precedenti condanne per fatti analoghi commessi in provincia di Pavia ed era stato scarcerato nel mese di aprile del 2017.

Parte della refurtiva è stata recuperata, di qui l'invito della Polizia a quanti avessero subìto furti e rapine analoghi a visionare le immagini proposte sul sito della Questura e a contattare in caso la Squadra Mobile. 

Nello stesso periodo, del resto, erano stati registrati episodi analoghi, sempre in città: furti... con destrezza e bicicletta, legati in quel caso a smartphone. Chissà che anche questi non siano da ricondurre allo stesso autore.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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