In Consiglio comunale esplode il caso Dalai Lama
La sala del Consiglio comunale - dopo quasi tre ore di dibattito poco appassionato - si è trasformata per quasi mezz'ora in una sorta di stadio. La mela della discordia è stato il tema della cittadinanza negata dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, al Dalai Lama. Non appena il consigliere leghista Alessandro Marelli ha preso la parola «sull'ordine dei lavori» e il capogruppo Nicola Gallizioli ha estratto ed esposto la bandiera del Tibet, è esploso «il caso». Anzi, il caos.
«Chiedo di condannare l'atteggiamento cinese nei confronti del piccolo Stato» ha appena fatto in tempo a dire Marelli. Poi, uno spettacolo fatto di strilli, di contrapposizioni, di frasi sparse. «Questa non è che una pagliacciata ai fini esclusivamente promozionali, non sapete neppure di cosa state parlando» sono le parole usate dall'opposizione e strillate verso i banchi del Carroccio.
Mario Labolani ha inviato al sindaco Paroli una lettera con la richiesta di concessione della cittadinanza onoraria. Dall'assessore la proposta della Lega: invitare il Dalai Lama a Brescia per conferirgli appunto la cittadinanza.
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