In bici sui rulli da Brescia a Lourdes per i bimbi del Civile
Il coronavirus non li ha fermati. Non poteva fermarli. Del resto loro sono abituati a lottare, a superare dislivelli ed ostacoli, a scollinare la differenza tra il dentro ed il fuori. E allora l’idea che l’emergenza sanitaria potesse impedire di far partire la pedalata Brescia-Lourdes a sostegno dell’Abe, l’associazione che sostiene il reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Civile, non li ha nemmeno sfiorati.
Sabato si parte e pazienza se non si sentirà il vento tra i capelli: la prima tappa si fa, in sella da Brescia a Varazze, 240 chilometri con le ruote a girare sui rulli anziché sull’asfalto, con la piattaforma virtuale a riprodurre tratti pianeggianti, salite e discese e con la diretta Facebook e Youtube a diffondere palpiti di cuori che battono all’unisono.
La pedalata virtuale realizza concretamente l’iniziativa lanciata dall’associazione «In bici per i bambini» con il sostegno dell’Oncoematologia pediatrica diretta dal dottor Fulvio Porta. Il sodalizio è nato nel settembre dello scorso anno, «quando - racconta Francesco Giacobbi - a mio figlio di 10 anni è stata diagnosticata la leucemia. Io e mia moglie, Sandra Loda, siamo entrati in contatto con l’Abe e ci siamo sentiti di dare una mano. Come? Io di fare il volontario in ospedale non ne sono capace, ma come mia moglie e mio figlio sono uno sportivo, siamo tutti appassionati di ciclismo. Allora abbiamo pensato che la bici potesse essere un veicolo per raccogliere fondi a favore dell’Abe. Abbiamo aperto l’associazione "In bici per i bambini" ed abbiamo pensato ad un evento solidale. Così abbiamo lavorato ad una pedalata a tappe da Brescia a Lourdes, 1.300 chilometri in cinque tappe (da fare con gli amici Claudio Abeni, Marco Finazzi e Francesco Mazzoletti), la prima con partenza il 25 aprile in piazza Loggia e successivo passaggio al Civile per la consegna della somma raccolta a favore dell’Abe, prima di dirigerci verso la Liguria e portare fino a Lourdes il nostro messaggio di speranza».
Poi è arrivato il coronavirus a scompaginare i piani, certo non a far alzare bandiera bianca: «Il ciclismo - prosegue Francesco - è sport di endurance, in cui la fatica è paragonabile a quella dei bambini nel loro percorso di cura. La spinta ce l’hanno data loro». E così è scattato il piano B, che consentirà di realizzare comunque il progetto e di consegnare un sostanzioso assegno, il cui ammontare sarà svelato oggi: «Li abbiamo raccolti grazie a tante persone, aziende e privati, a cui non abbiamo dato nulla in cambio, se non l’assicurazione che i loro soldi sarebbero andati a destinazione». Vale a dire all’Abe, con l’espresso desiderio che una parte della donazione vada a sostenere il progetto Sportherapy Mov, in atto nel reparto di Oncoematologia pediatrica, che promuove il movimento come supporto sia fisiologico che psicologico ai piccoli pazienti.
Dunque l’appuntamento è per questa mattina, in diretta sulla pagina Facebook «In bici per i bambini» e anche sul canale Youtube della stessa associazione. Cinquanta persone (quante è possibile collegarne attraverso la piattaforma Zwift) pedaleranno insieme sui rulli, ciascuno da casa sua, verso Varazze. Tutti gli altri potranno fare lo stesso, anche se non connessi alla medesima piattaforma. L’evento sarà accessibile anche per i bambini ricoverati, seguiti dalla dottoressa Linda Peli, secondo le modalità dell’attività motoria adattata.
Durante la diretta, che comincerà alle 10.20, saranno proposti collegamenti dall’ospedale (anche col direttore generale Trivelli) e dall’esterno, video e contributi diversi. Per una giornata di festa dove tutti noi, in questo periodo «ostaggi» del coronavirus, potremo evadere un po’ e capire che si può andare oltre la differenza tra il dentro e il fuori. Ce lo insegneranno i piccoli pazienti dell’Oncoematologia.
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