In attesa dell’elibase, infermieri 118 operativi anche a Flero
La dottoressa Giovanna Perone, direttore dell’Aat 118 Brescia, il Servizio di soccorso extraospedaliero dell’Areu, snocciola i numeri dell’operatività di medici, infermieri, tecnici e volontari sul nostro territorio praticamente a memoria, percorrendo con lo sguardo da nord a sud la grande cartina della provincia che ha alle spalle della scrivania e che riporta, nel dettaglio, il punto di partenza di ogni mezzo e di quale tipologia si tratta. Il 2020 è ancora in corso ma, anche per via dell’emergenza Covid, segnerà un ulteriore crescita del numero di soccorsi extraospedalieri che sono stati portati a termine in provincia di Brescia. Nel 2019 erano stati oltre 101mila (950mila in tutta la Lombardia) e quest’anno alla fine di agosto erano già circa 70mila.
Dal primo agosto è attiva una nuova postazione con auto e infermiere a Flero, che affianca l’ambulanza con volontari già presente. Una unità di soccorso avanzato che di fatto completa il cinturamento della città per un intervento qualificato più immediato nella zona sud e nel primo hinterland. «Nelle patologie tempodipendenti, e mi riferisco a infarto, ictus e grandi traumi, è fondamentale prestare soccorso rapidamente e altrettanto velocemente poter far arrivare il paziente nel centro più adatto per curarlo» precisa la dottoressa Perone che colloca in questa necessità strategica l’aggiunta di una postazione di partenza a sud della città e che ribadisce il «ruolo di assoluto rilievo dell’elisoccorso». Elibs, per ora basato all’ospedale Civile, svolge circa 1.000 missioni all’anno, il 30% delle quali in orario notturno. Per tutti questi interventi il 70% delle destinazioni è all’ospedale Civile di Brescia. «Questo ospedale è stato indicato come hub regionale per una lunga serie di patologie e poi vengono destinati anche elicotteri provenienti da Verona, Trento, Sondrio e Bergamo oltre alle missioni fatte nella fascia della pianura», ricorda il direttore dell’Aat di Brescia.
In un momento in cui qualcuno solleva dei dubbi sulla sua collocazione nella zona nord della città e sulla convivenza con i residenti il direttore Perone vuole sgombrare il campo da ogni dubbio: «Nessuno di noi ha piacere ad attraversare la provincia con le sirene o volando. Si tratta di interventi necessari per salvare delle vite, bisogna ricordarselo sempre». Parlando poi del rapporto con il quartiere la Perone spiega che «il pilota comunica un minuto all’atterraggio quando si sorvola Collebeato: l’elicottero entra a circa 125 nodi e 300 metri di altezza come da regole per il sorvolo dei centri abitati. Capisco il fastidio per i residenti ma si tratta di passaggi di pochissimi secondi». Nello specifico sulla base di Brescia è operativo un Ec 145 T2, elicottero tra i più silenziosi della sua classe. Non solo «Alle contestazioni che ci sono state fatte abbiamo risposto mostrando i verbali, i controlli e le autorizzazioni delle autorità aeronautiche».
Da mesi le istituzioni sono al lavoro per dare all’elisoccorso una nuova casa e l’opzione della zona industriale a sud di Brescia sta seguendo il suo iter. «Noi operatori saremmo i primi a volere una base diversa da questa - spiega ancora il direttore Perone. - Abbiamo in mente una sorta di disegno a margherita in cui attorno alla principale superficie di decollo e atterraggio ci siano una serie di piazzole dove ospitare gli elicotteri anche delle Forze di polizia, dell’anticendio, dei Vigili del fuoco e che possa essere anche un polo d’avanguardia per la manutenzione. Una struttura che partirebbe come base per il sanitario, anche con le costruzioni necessarie, ma con lo spazio per crescere e diventare un riferimento d’eccellenza altamente funzionale».
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