Imu e Tasi, tutti alla cassa entro il 16 dicembre

Martedì 16 dicembre ultimo giorno utile per proprietari e inquilini per versare il saldo dell’imposta e della tassa
AA

Chiamata alla cassa per i contribuenti il 16 dicembre, scadenza ultima per versare il saldo Tasi 2014 e per il saldo Imu 2014. L’appuntamento della prossima settimana coinvolge dunque tutti: proprietari e inquilini, di prime e seconde case.

Per la Tasi, il saldo arriva a soli due mesi dall’acconto, fissato al 16 ottobre per tutti i Comuni - nel Bresciano 103, con le eccezioni di Angolo Teme, Edolo, Magasa e Paisco Loveno, per i quali l’imposta si pagherà nell'unica rata di dicembre con aliquota all’1 per mille senza detrazioni.

In molti Comuni, almeno quaranta, l’aliquota Tasi è stata azzerata (tra questi Adro, Lonato, Padenghe, Pozzolengo, Soiano, Sonico, Odolo, Niardo, Breno, Corteno Golgi, Esine, Gianico, Incudine). Il Ministero ha infatti lasciato ai Comuni la facoltà di decidere se introdurre la tassa oppure no e se, in caso affermativo, applicarla esclusivamente alle prime case - suscettibili di agevolazioni solo se l’aliquota è superiore al 2,5 per mille - o anche agli altri immobili; sui terreni agricoli, invece, la Tasi non è mai dovuta.

Ecco una mini guida per il pagamento dell’imposta e della tassa:

LA DELIBERA: Il primo passo da fare per il pagamento dell’Imu e della Tasi è verificare i contenuti della delibera del comune nel quale è ubicato l’immobile sul sito del dipartimento delle Finanze (www.finanze.it) cliccando su «Delibere aliquote Tasi» e digitando il comune da ricercare.

ALIQUOTE: La legge di stabilità fissava un’aliquota base dell’1 per mille per la Tasi e un tetto massimo del 2,5 per mille per la prima casa e del 10,6 per mille per la seconda (somma di Tasi e Imu). Il governo è poi intervenuto per concedere ai Comuni la possibilità di aumentare le aliquote fino a un massimo dello 0,8% distribuendo l’aumento tra prima e seconda casa.

LE DETRAZIONI: I Comuni che hanno aumentato le aliquote rispetto a quelle base hanno anche introdotto delle detrazioni. Ognuna ha seguito criteri diversi e quindi si arriva ad una vera e propria giungla che - ha calcolato la Uil - porta a circa 100.000 combinazioni diverse. C’è chi ha previsto «sconti» in base al reddito, chi per il numero dei figli, chi guarda al valore catastale e chi invece all’Isee. Qualcuno ha anche utilizzato più di un criterio.

IL CALCOLO: La base imponibile Tasi è la stessa dell’Imu. Si parte dunque dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l’aliquota comunale, con le eventuali detrazioni. Il consiglio è di rintracciare la delibera comunale per vedere aliquote ed eventuali esenzioni, quindi fare il calcolo con alcuni siti che su Internet facilitano di molto l’adempimento (ad esempio www.amministrazioni.comunali.it), ma ricordando anche di indicare gli importi dovuti solo dall’inquilino o dal proprietario.

PRIMA CASA, PROPRIETARIO: Pagherà solo la Tasi e non l’Imu. Il fisco non ci rimette perchè le aliquote Tasi per la prima casa sono genericamente più alte di quelle previste per la seconda. Alcuni contribuenti hanno pagato già la prima rata a giugno, altri ad ottobre. In ogni caso ora va pagato tutto l’importo rimanente, per saldare l’imposta dovuta per l’intero anno: va quindi calcolato l’importo annuale e poi scontato quanto si è già versato. Se il comune non ha fatto alcuna delibera si paga l’aliquota nazionale base dell’1 per mille.

PRIMA CASA, INQUILINO: L’appuntamento con la Tasi non risparmia chi abita in una casa presa in affitto. Per l’inquilino è una prima casa, ma dovrà pagare con le aliquote previste per gli altri immobili. Primo passo: se non lo ha già fatto dovrà farsi consegnare gli estremi catastali dal proprietario e calcolare la propria quota di tributo (tra il 10 e il 30% del totale a seconda delle delibere comunali). L’importo dovuto deve scontare quanto già versato per la prima rata a giugno o ad ottobre. L’importo è solitamente limitato così bisogna fare attenzione al fatto che sotto i 12 euro di soglia minima non bisogna versare nulla (ma anche in questo caso i comuni potrebbero scegliere diversamente). Un ultimo caso particolare: se il Comune non ha deliberato aliquote e la quota inquilino, quest’ultimo paga una quota del 10% con l’aliquota all’1 per mille.

SECONDA CASA, PAGA IMU E TASI: La base imponibile è la stessa ma i conti dovranno essere fatti separatamente. Con un unica certezza: la somma delle due aliquote non può superare il 10,6 per mille o l’11,4 per mille se il comune ha deciso anche la maggiorazione dello 0,8 per mille. Si paga prima l’Imu e poi l’eventuale parte eccedente di Tasi. In questo caso bisognerà fare attenzione a destreggiarsi tra le diverse aliquote e anche ad indicare i diversi codici tributo, sottraendo quanto versato nelle prime rate sia Imu (a giugno) sia Tasi (a giugno o ad ottobre). Insomma un rompicapo. Se l’immobile è affittato i proprietari dovranno ricordare di togliere anche la quota dovuta dall’inquilino (che è tra il 10 e il 30% a seconda delle scelte dei comuni).

PRIMA CASA DI LUSSO: Le 73mila case accatastate nelle categorie di pregio (A/1, dimore signorili; A/8, ville e A/9, castelli) dovranno pagare sia l’Imu sia la Tasi (ma con le aliquote di prima casa che è al massimo del 3,3 per mille). In ogni caso la somma di Imu e Tasi non può superare il 6,8 per mille..

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato