Il volto di Tremolada nello stemma e nel motto
Ogni nuovo vescovo è accompagnato, come da tradizione, da uno stemma che incarna, con visibile parlare, le linee che ispirano la sua opera. L’insegna di Monsignor Pierantonio Tremolada, nuovo pastore della Diocesi bresciana, esprime una meditazione sul tema della Salvezza operata da Cristo. La croce dorata è il memoriale, ovvero memoria viva, del calvario ma allo stesso tempo della gloria legata alla morte e resurrezione del Redentore. Da essa zampilla una fonte che ricorda l’acqua della Vita che scaturisce dal costato trafitto di Cristo. A questo ruscello si abbeverano due cervi, un soggetto classico nell’arte cristiana. Essi ricordano il Salmo 42, ovvero «Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a Te, o Dio». I due animali alludono alla comunione dei fedeli: chiesa infatti nel suo significato etimologico primario significa appunto assemblea.
A ribadire il concetto della parola di Cristo salvifica si aggiunge il motto che accompagna lo stemma ovvero «Haurietis de fontibus salutis», un richiamo a Isaia 12,3 quando il profeta scrive «Attingerete con gioia alle fonti della Salvezza». Al di sopra dei due cervi ci sono i rotoli che rimandano alla Sacra scrittura, che, con Gesù, è anch’essa sorgente di Vita eterna. Il galero, ovvero il copricapo vescovile, coi sei nappe verdi completa lo stemma, come da tradizione, verde come lo sfondo dell’insegna. Verde è nella tradizione biblica, il colore legato alla speranza di una nuova vita in Cristo, alla sapienza, e, con buona probabilità, il ricordo della terra d’origine del prelato, la Brianza, verde per antonomasia.
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