«Il violinista di Schindler» con il Gdb
«Io devo capire, per poter suonare». Questo l’inizio de «Il violinista di Schindler», e forse tutta la sostanza della storia sta in queste parole. La vicenda raccontata dall’autrice Angela Krumpen è quella di un incontro particolare: tra una giovanissima violinista di dieci anni, Judith, e un anziano signore Michael Emge, sopravvissuto all’Olocausto grazie alla ormai celeberrima Lista di Schindler.
In occasione del Giorno della memoria e nei giorni a seguire «Il violinista di Schindler» è in vendita con il Giornale di Brescia a 8,80 euro più il prezzo del quotidiano.
È il racconto di un incontro tra due generazioni, due personaggi anagraficamente lontanissimi ma in qualche modo coetanei e legati dall’immensa passione per la musica. Emge aveva infatti la stessa età di Judith quando Hitler invase la Polonia scatenando di fatto la Seconda guerra mondiale e per lui e la sua famiglia, ebrei polacchi, quello fu l’inizio di una tragica epopea che sconvolse la vita, il presente e il futuro di milioni di persone.
Perché il piccolo Michael era un ragazzo prodigio: violinista come Judith, destinato probabilmente a una sfavillante carriera nel mondo nella musica, eppure i suoi sogni di ragazzino si scontrarono in maniera brutale con la più grande tragedia del Novecento. Inoltre ha la fortuna di essere uno dei salvati da Oskar Schindler, le cui imprese sono state raccontate da Steven Spielberg nel famosissimo film. Judith è invece una normalissima ragazzina di dieci anni che ai giorni nostri, guarda su youtube un’esibizione del suo violinista di riferimento Itzhak Perlman: un assolo accompagnato dall’orchestra, delle note di una bellezza straziante e commovente.
Colpita dal pezzo inizia quindi a voler capire il vero significato della musica: non solo gli aspetti tecnici, le note e le variazioni, ma l’origine stessa dei sentimenti che hanno portato alla composizione. Il pezzo suonato da Perlman è il celeberrimo motivo della colonna sonora di «Schindler’s List».
«Ma io voglio capire, devo capire per poter suonare», esclama la tenace bambina. E alla fine riesce a incontrare l’anziano Emge, il giovane violinista ormai anziano, malato e disilluso. Un personaggio particolare, che dopo l’uscita del film di Spielberg nelle sale sentì il bisogno di far sentire la sua voce: contribuì non poco a ridimensionare la figura dell’imprenditore polacco, dipinto come un giocatore d’azzardo e inizialmente stretto collaboratore del partito nazista.
Un film perfetto, secondo l’anziano superstite, dal punto di vista emozionale e commerciale, meno da quello storico. Il libro racconta la storia di un’amicizia, due esperienze di vita agli antipodi, ma che si incontrano grazie alla musica e uno strumento, il violino, che lega a doppio filo l’esistenza di personaggi apparentemente così lontani. Conoscere per poter capire, capire per poter suonare, e la bimba si renderà pienamente conto di quanto il mondo può essere crudele grazie alla drammatica esperienza raccontata dall’anziano. Perché la conoscenza e la memoria, il ricordo, sono le armi fondamentali per non permettere all’orrore di ripresentarsi ancora.
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