Il vescovo Tremolada: «La luce oltre il buio delle nostre paure»
La luce e le tenebre. La paura e la potenza di Dio, come forza che si manifesta nella mansuetudine, nella tenerezza e nell'umiltà della scena della natività e del volto di Gesù.
Sono i passaggi che mons. Tremolada nella sua prima omelia di Natale da Vescovo di Brescia ha voluto sottolineare, davanti ad una Cattedrale gremita di fedeli. Riferimenti espliciti, ricollegando i passi evangelici della liturgia della mezzanotte e di quella del Natale, alla società del nostro tempo.
«Non è un caso che Gesù nasca di notte, simbolo anche per i poeti delle tenebre», di quel buio che rende i volti di chi ci è accanto irriconoscibili: «Non riusciamo a sentirci a casa nel mondo che abbiamo intorno. Alcuni aspetti di esso ci fanno paura».
Il riferimento pare chiaro tanto a chi viene da lontano, alle migrazioni che segnano questo avvio di 21esimo secolo, quanto a chi pur essendo accanto a noi non sappiamo più riconoscere. Ma non solo: anche al fatto che troppe volte il velo di tenebre che si frappone tra di noi - sottolinea mons. Tremolada - ci porta a chiuderci, ad allontanarci dal senso cercando conforto altrove, persino negli eccessi del consumismo - parole in cui pare cogliersi l'eco delle polemiche sui centri commerciali aperti a Natale.
A illuminarci come quella stella che brillava nel cielo di Betlemme sopra la grotta, la potenza di Dio, il Figlio di Dio che nasce nella notte, a rischiararla. Una potenza, la sua, che non è violenza. «Non la violenza che distrugge il mondo», chiosa il vescovo, mentre sullo scacchiere globale imperversano i venti di guerra e la minaccia dal terrorismo da Est a Ovest. Una violenza a cui si oppone la mansuetudine del volto di Gesù, «la stessa - dice mons. Tremolada - delle persone oneste, delle persone buone che sono tra noi».
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