Il Vescovo annuncia la sua rivoluzione della Curia: ecco i punti
Il vescovo Pierantonio Tremolada come papa Francesco lancia la grande rivoluzione della Curia diocesana, una rivoluzione che punta a una Chiesa con al centro la sinodalità, ovvero maggiormente collegiale. A sei mesi dal suo arrivo, il vescovo ha scelto la messa crismale del giovedì santo, trasmessa in diretta da Teletutto, per annunciare la sua idea di Chiesa, del resto davanti a lui c’erano tutti i suoi sacerdoti.
Tremolada immagina la Chiesa «come in una piramide capovolta, il vertice si trova al di sotto della base. Per questo coloro che esercitano l’autorità si chiamano “ministri”: perché, secondo il significato originario della parola, sono i più piccoli tra tutti», perché «la Chiesa non è né monarchia, né democrazia e neppure aristocrazia. È appunto Chiesa, famiglia di Dio e comunione dei santi».
Le novità in arrivo non sono certo poche. Appunto come papa Bergoglio, il vescovo Tremolada ha scelto il suo «C9». E se per il pontefice è il consiglio ristretto dei cardinali, per il nostro vescovo sono 9 vicari: oltre al vicario generale ne arrivano altri 4 con competenze specifiche per temi e quattro territoriali.
In arrivo anche il limite dei dieci anni per guida le parrocchie e per gli incarichi di curia. Ovviamente è partito il toto nomi, ma si dovrà ancora attendere fino all’estate.
Il vescovo prosegue con le sue visite nelle parrocchie e poi deciderà. Per il vicario generale ha avviato invece delle vere e proprie consultazioni, anche qui sulla scia papale: ha chiesto che gli vengano indicati tre nomi di sacerdoti tra i 45 e i 65 anni.
La Chiesa di Tremolada inizia a prendere forma.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato