Il Te Deum del Vescovo Tremolada

Il tradizionale canto di fine anno alla basilica delle Grazie. «Per chi crede il tempo scorre sotto la benedizione di Dio che è perenne e fedele»
LO SGUARDO DI DIO SUI GIOVANI
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«Per chi crede il tempo scorre sotto la benedizione di Dio che è perenne, fedele e costante. Non cambia in un’epoca che corre veloce. Forse è l’umanità che non sempre si rende conto di questa benedizione». Così ha esordito il vescovo Pierantonio Tremolada nell’omelia di fine anno alle basilica delle Grazie con il canto del Te Deum.

Questa benedizione, come ha sottolineato il Vescovo, si trasforma in uno sguardo: è bello sentirsi costantemente accompagnati dallo sguardo di Dio. È una presenza che veglia su di noi. «Per troppo tempo, a causa di una certa educazione, abbiamo temuto lo sguardo di Dio. Lo sguardo di Dio, come dice il Libro dei Numeri, è luminoso, ricco di affetto. Non è mai uno sguardo di condanna. Il giudizio è necessario e doveroso quando c’è l’affetto, ma è solo per il bene della persona che si ama; è uno sguardo di profonda consolazione e speranza».

  • Il Te Deum del 31 dicembre 2021 alla basilica delle Grazie
    Il Te Deum del 31 dicembre 2021 alla basilica delle Grazie
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Davanti a noi ci sono tante incertezze. «Non ci devono spaventare il presente e il futuro. Qualsiasi cosa accade, noi potremo contare su questo sguardo. Se questo è lo sguardo, allora dobbiamo cercare i segni della benedizione nell’anno che abbiamo vissuto». Basta guardare anche ai segni ordinari. Del resto a Betlemme lo spettacolo di semplicità e di umiltà di un bambino che nasce in una mangiatoia «diventa annuncio di qualcosa di grandioso». E i pastori, grazie agli angeli, si accorgono di questo. «Giungono, guardano e comprendono. Anche noi possiamo fare come i pastori».

Il vescovo Tremolada ha individuato alcune caratteristiche di un 2021 ancora sofferto. «È importante avere lo sguardo per cogliere in ciò che è ordinario i segni della benedizione. Vorrei lodare il Signore per i segni della sua benedizione; è stato un anno non facile, ma la perseveranza, la pazienza e la fortezza sono segni della benedizione di Dio. Li abbiamo visti questi segni. Sono grandi virtù indispensabili. Le ho viste in tante persone, particolarmente in chi aveva responsabilità. Ho visto tanti segni della sua amorevolezza. Tanti sguardi che assomigliavano al suo».

Sguardi accompagnati da azioni che avevano la caratteristica della solidarietà anche nel nascondimento. «Lodiamo Dio per i tanti gesti nascosti che hanno promosso il bene comune, che hanno reso visibili gli invisibili. Per noi nessuno è uno scarto. Nella nostra città e sul nostro territorio ci sono persone che te lo dicono con i fatti. Chiederei al Signore di renderci saldi nella perseveranza, capaci di quel senso di responsabilità che stiamo dimostrando e vorrei che ci si concentrasse su chi è più povero, sui chi ha più bisogno e sui giovani: dobbiamo farci carico del futuro con un’attenzione all’ambiente che ci circonda. Abbiamo delle responsabilità nei confronti di chi verrà dopo di noi. Dobbiamo prenderci cura dei giovani e superare la logica miope dell’accumulo nel presente. Sii benedetto Signore per la tua Chiesa e per la testimonianza buona che riesce a dare sull’esempio del tuo amore».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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