Il Tar taglia le maestre senza laurea, anche a Brescia

Il tribunale amministrativo del Lazio respinge il ricorso delle insegnanti lombarde: perdono tutte la cattedra
CENTINAIA I MAESTRI LICENZIATI
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Non c’è più appello. «Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio definitivamente respinge il ricorso e ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa» scrive il Tar romano.

Traduzione: circa tremila maestre e maestri lombardi con diploma magistrale in tasca, ma senza laurea, saranno licenziati. E nel lungo elenco, basti pensare che su 32 pagine di sentenza ben 26 sono occupate dai nomi dei ricorrenti, ci sono centinaia di insegnanti bresciani di scuola elementare e materna.

Nessuno si aspettava una sentenza differente, visto che già in Veneto la stessa sorte era toccata nelle scorse settimane a 500 maestri. Ma la speranza di chi aveva presentato ricorso al Tar del Lazio era quella di poter portare a termine l’anno scolastico appena iniziato. Come per altro già avvenuto dodici mesi fa quando venne deciso che all’arrivo della sentenza negativa l’impegno in forma di supplenza sarebbe comunque proseguito fino a fine giugno. E invece questa volta non sarà così.

La sentenza di merito non lascia spazio a dubbi in merito ai licenziamenti che saranno immediati. E non è ancora chiaro se le maestre coinvolte abbiano diritto all’indennità di disoccupazione. Di certo c’è che le maestre licenziate entreranno nella graduatoria di seconda fascia per scegliere eventuali supplenze mentre i posti che lasceranno nelle prossime ore saranno occupati da chi già adesso si trova nella lista d’attesa.

«Ad oggi non c’è nessuna possibilità di mantenere la continuità didattica. Purtroppo tanti di noi si ritroveranno disoccupati» è il messaggio audio condiviso nella giornata di ieri dai moltissimi insegnati di città e provincia che avevano presentato ricorso contro il decreto ministeriale che ha stabilito che in cattedra può starci solo chi ha almeno un titolo di laurea triennale. «Il ricorso è infondato» hanno stabilito i magistrati che hanno fatto riferimento alle decisioni già assunte dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato il 27 febbraio 2019.

«In tali decisioni - si legge in sentenza - è stato infatti chiarito non soltanto che la pretesa dei diplomati magistrali con titolo conseguito entro il 2001/2002 di essere inseriti in graduatoria avrebbe dovuto essere fatta tempestivamente valere con presentazione di istanza di inserimento in graduatoria e comunque mediante impugnazione, al più tardi, del Decreto Ministeriale del 16 marzo 2007, ma che il diploma magistrale conseguito nel 2001/2002 non è da ritenersi idoneo all’insegnamento» ha scritto il presidente della Corte Giuseppe Sapone. Che ha messo la parola fine ad una vicenda che si trascinava da anni. Facendo contemporaneamente sprofondare nell’incertezza centinania di insegnanti bresciani.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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