Il sindaco di Edolo Masneri: «La caduta del Governo danneggia la montagna»
Questa settimana sarebbero dovute iniziare le audizioni in commissione al Senato. Tutto saltato causa caduta del Governo. «E la montagna che da trent'anni aspetta una nuova legge, ancora una volta dovrà rimandare il progetto di rilancio» dice con rabbia e sconforto Luca Masneri, sindaco di Edolo e coordinatore del tavolo nazionale della montagna.
Un gelminiano pronto a seguire la scelta politica della ministra bresciana che ha strappato con Forza Italia un minuto dopo la mancata fiducia ottenuta dal Governo Draghi. «Auspico che Mariastella Gelmini possa riprendere personalmente in mano la questione montagna nella prossima legislatura e io continuerò a supportarla. Vediamo adesso che percorso intraprenderà, ma a uno spazio di centro, come quello disegnato da Calenda, io potrei aderire» ammette Masneri che aspetta (e spera) un confronto interno a Forza Italia post dimissioni dei ministri. «Se non ci si può confrontare dopo quanto successo mi chiedo che senso ha un partito» commenta Masneri.
Ma a prescindere dalle vicende personali e dalle prossime scelte, il sindaco di Edolo guarda alla grande occasione sfumata sul più bello. «L’aspetto importante è che sono stati stanziati e quindi messi a bilancio per i prossimi tre esercizi 500 milioni di euro per la montagna: 100 per il 2022, 200 per il 2023 e per il 2024. Poi è chiaro che a questo punto possono essere dirottati su altro, ma non credo avverrà. Il testo di legge però, che già era stato licenziato dal Governo, dovrà essere ripresentato nella prossima legislatura.
E pensare che - aggiunge Masneri - senza la scellerata decisione di far cadere il Governo, la legge sulla montagna poteva essere realtà ad ottobre. Sarebbe stata la terza nella storia della Repubblica italiana».
Il progetto prevedeva investimenti mai visti per i territori montani. «Una rivoluzione nel vero senso della parola. Basta considerare che fino ad oggi per i quattromila Comuni montani italiani vengono stanziati 15 milioni all’anno. Praticamente le briciole. Nella nuova legge - racconta Luca Masneri - erano stati inseriti gli incentivi per l’assunzione di medici, per gli insegnanti che accettavano di andare a lavorare in scuole di montagna, per le professioni. Avevamo deciso con la ministra Gelmini anche di inserire il contributo per i giovani che decidevano di rimanere a vivere in paese. Per questo avevamo lanciato lo slogan "Io resto in montagna". Non dico che tutto è andato perso, ma sicuramente bisogna ripartire».
Quanto fatto fin qui, in un anno e mezzo di lavoro alla stesura del testo di legge, sarà inserito a breve in un libro. «Idee, progetti, bozze, tutto sarà contenuto in un testo che vogliamo consegnare a chi dovrà riprendere in mano il tema con il prossimo Governo. Io sicuramente continuerò la battaglia anche se dovrà esserci qualcuno in Parlamento in grado di far sentire la voce della montagna. Un tema che anche grazie agli interventi di Draghi e Mattarella negli ultimi 18 mesi è stato inserito nell’agenda della politica italiana. Fino - conclude Masneri - a quando si è arrivati all’incomprensibile fine della legislatura».
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