Il silenzio spaventa oppure aiuta a riflettere

Una riflessione scaturita dopo un litigio tra passanti
L'importanza del silenzio
L'importanza del silenzio
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Mentre sonnecchio in giardino nella controra estiva due passanti discutono per strada. Lui, piuttosto alterato, esclama: «Taci!».

Dietro le foglie di lauroceraso che ci dividono sento l’invito a stare zitta, non certo per ascoltare la pioggia nel pineto come fece Gabriele D’Annunzio con Eleonora Duse. Lei, oltremodo fumantina risponde: «È meglio se taci tu!». Poi le voci si allontanano e io comincio ad apprezzare l’assenza di quel vociare litigioso e penso agli infiniti modi in cui la quiete viene interrotta.

Il silenzio è uno strano fenomeno, esso può calmare o rendere agitati. Può diventare un viatico nella conciliazione o coprire malamente gli errori e le mancanze come una coperta troppo corta. Imparare a conviverci è un percorso che ognuno segue usando i propri mezzi. Se per alcuni la scelta di tacere equivale a una pausa di riflessione, per altri l’assenza di suoni può risultare più assordante di un martello pneumatico.

Soprassiedo volutamente sui silenzi punitivi, esercitati dai narcisisti al fine di manipolare gli altri a loro vantaggio.Da sempre preferisco chi in tranquillità fortifica la capacità di stare da solo e cerca il proprio centro senza essere necessariamente un monaco buddhista. Nelle nostre vite concitate è indispensabile trovare degli attimi vuoti per fermarsi e comprendere quale sia il peso dei nostri pensieri. Bisogna ascoltarli, cogliendo l’attimo fuggente come insegnava il professor Keating, poiché essi possono farsi sentire in ogni momento come accade per lo stimolo della fame o della sete. 

Capita di sentire il silenzio che mette in relazione con il proprio intimo quando meno lo si aspetta. Può accadere mentre cuoce la pasta, oppure quando si osservano le rughe della tristezza, quei solchi ai lati delle labbra che ci fanno assomigliare a tante marionette. Tutti dovremmo procurarci delle scorte di silenzio, come si fa con il sale o la farina per i momenti in cui abbiamo bisogno di risposte. Forse qualcuno creerà un’applicazione dove prima di dormire sarà possibile verificare dallo smartphone quanto tempo avremo dedicato alla cura dei nostri pensieri. 

Però quando il silenzio è assoluto, come nella camera anecoica, sembra che le persone si sentano impazzire ascoltando il rumore del loro sangue scorrere nelle vene. Di contro, qualcuno ci proteggerà dalle biciclette elettriche che sfrecciano come siluri senza dare il più piccolo segnale del loro arrivo? Chiedo per un’amica.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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