Il saluto di Del Bono: «Brescia è un grande amore, grazie per questo splendido viaggio»
«Brescia è un grande amore, sarà sempre nel mio cuore. Grazie a tutti per aver reso possibile questo splendido viaggio». Emilio Del Bono si è congedato così, dopo 10 anni da sindaco. Lo ha fatto al teatro Der Mast, alle spalle di via Milano, una delle scommesse della sua Amministrazione. Oggi il Consiglio comunale sancirà la sua decadenza da primo cittadino, dopo la sua elezione in Consiglio regionale.
I ringraziamenti
Ieri è stata l’occasione per salutare amici, cittadini, compagni di viaggio, rappresentanti del mondo economico o di realtà associative. Dopo la proiezione del video su come Brescia si sia trasformata in questi 10 anni, Del Bono, visibilmente commosso, ha spiegato: «Non ci sono le parole giuste per una serata come questa». Per questo, lui solito a parlare a braccio, ha preferito leggere un lungo elenco di ringraziamenti: «Sono grato ai miei cittadini che mi hanno dato tantissima fiducia. Sono grato ai miei assessori, ai consiglieri, ai collaboratori, ai dipendenti comunali, agli operatori delle nostre società e fondazioni». Ma il grazie più grande lo ha riservato alla moglie Chiara e alla figlia Cristina per le «troppe assenze».
La città del noi
Poi Del Bono ha sottolineato l’approccio «inclusivo» usato in questi anni, «la città del noi e non dell’io», la «progettazione partecipata», la democrazia orizzontale attuata con i Consigli di quartiere e i Punti comunità. «Brescia ha imboccato con chiarezza alcune linee - ha spiegato - è una città che non consuma suolo ma rigenera l’esistente, una città che cura le sue ferite ambientali, una città che integra, lavora, rischia e investe. Una città che non lascia indietro nessuno: oggi il Comune mette quasi 60 milioni di euro l’anno nella spesa sociale, 20 milioni in più di quando siamo arrivati». Poi il ricordo di due persone che non ci sono più, Daniele Ciotti e Aldo Rebecchi, «il prototipo del politico per bene». Infine il passaggio di testimone con Laura Castelletti: «Voglio lasciare Brescia in buone mani. Laura è la persona giusta». Infine l’ultimo grazie: «Grazie per avermi consentito di servire la mia città: la cosa più bella che chi ama la politica può fare».
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