Il rimborso Inail arriva 60 anni dopo la morte
«Gentili signori, si è preso atto che l’assicurato indicato in oggetto è deceduto».
Comincia così il messaggio recapitato nei giorni scorsi per raccomandata alla signora Annalisa Lonati di Nave, così come a sua sorella, che annuncia un rimborso da parte dell’Inail per uno zio morto sul lavoro. Nulla di strano fin qui, se non fosse che la tragedia avvenne 59 anni fa, il 30 marzo 1954.
É di 444,76 euro la cifra promessa agli eredi nella missiva: una somma che oggi appare modesta, ma che all’epoca della morte dello zio, il signor Severino Busacchini, doveva essere una piccola fortuna, se si considera che un operaio percepiva uno stipendio medio di 40mila lire al mese. Almeno 20 mensilità dunque, erogate solo oggi, a distanza di quasi 60 anni, come conguaglio di una «prestazione economica - recita l’oggetto - maturata prima del decesso».
Un infortunio mortale che lasciò vedova e senza figli dopo soli tre mesi di matrimonio la signora Elenora Lonati, zia di Annalisa, morta quattro anni fa.
«Non ho ancora deciso cosa fare. Per ora su ogni riflessione è prevalso lo stupore per le lungaggini burocratiche di questa vicenda - racconta Annalisa Lonati -. Credo però che per preparare i documenti e presentarli all’Inail dovrò perdere tempo e denaro, senza sapere nemmeno quanti e quali saranno gli eredi e a quale quota avrò eventualmente diritto. Se fosse ancora in vita la moglie, mia zia, forse per lei sarebbe diverso, ma io sono tentata di lasciar perdere».
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