Il rettore Maurizio Tira assolto anche dalla Corte dei Conti

Era accusato di aver assunto incarichi senza aver chiesto le necessarie autorizzazioni all’Ateneo
Il rettorato dell'università di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Era accusato di aver svolto incarichi extra istituzionali senza aver chiesto le autorizzazioni necessarie. Nell’estate di quattro anni fa la sua posizione fu archiviata in sede penale. Nei giorni scorsi ha incassato tre assoluzioni e un non luogo a procedere per intervenuta prescrizione anche dalla giustizia contabile. Percorso sostanzialmente netto per il rettore dell’Università degli Studi di Brescia Maurizio Tira che può così chiudere in modo positivo la parentesi che si era aperta quando la Procura della Repubblica aveva acceso i riflettori sugli incarichi svolti per alcuni enti pubblici.

Venuta meno questa accusa, nell’atto di citazione che ha dato il là al processo in Corte dei Conti, la procura contabile contestava al rettore un danno erariale per aver svolto quelle attività senza autorizzazione. Si trattava in particolare di mandati affidati dai Comuni di Corte Franca, di Nuvolera, di Ospitaletto e di Roccabianca (Parma) e che gli avevano consentito proventi di poco superiore ai 32.500 euro.

La difesa

Tira si era difeso sostenendo la legittimità del suo operato e la mancanza dell’elemento psicologico. Nell’udienza celebrata l’8 giugno scorso la rocura contabile ha aggiustato il tiro: ritenute fondate le osservazioni della difesa in merito agli incarichi assunti per i Comuni di Ospitaletto e Roccabianca ha insistito nella richiesta di condanna per gli altri due. Con riferimento a quello svolto per l’Amministrazione di Corte Franca la Corte dei Conti sostiene che si trattasse di una consulenza e che quindi fu legittimamente svolta senza previa autorizzazione.

Per i giudici contabili è semmai fondata l’accusa con riferimento alla prestazione commissionata al rettore dal Comune di Nuvolera. Per quella Tira avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione. Per i giudici in questo caso sussiste l’elemento psicologico, «quanto meno nella forma della colpa grave, dovendo essergli ben presente il dovere di chiedere ed ottenere tale autorizzazione».

Fondata per la Corte dei Conti è però anche l’eccezione di prescrizione formulata dalla difesa, essendo passati molto più dei cinque anni richiesti. I giudici inoltre non ravvisano una fattispecie di occultamento doloso del danno: «Non è plausibile che un soggetto come il prof. Tira - scrivono - che ha tenuto nel corso di diversi anni un atteggiamento estremamente corretto, premurandosi di chiedere alla propria amministrazione la prescritta autorizzazione per lo svolgimento di incarichi esterni, taluni dei quali cospicuamente remunerati, si sia poi ingegnato di tenere nascosto un incarico bagatellare per il quale ha ricevuto un compenso modestissimo (1.000 euro)»

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