Il restauro dell'organo Antegnati del Duomo Vecchio potrebbe essere completato nel 2023
Le note del più antico organo Antegnati hanno accompagnato le liturgie, la fede, ma anche la storia e le vicende della città per cinque secoli, con una melodia unica e inimitabile, perché ogni organo ha la sua personale musicalità. L’organo Antegnati-Serassi del Duomo Vecchio di Brescia, per quantità e qualità dei materiali conservati, è uno degli strumenti più importanti e pregevoli dell’organaria rinascimentale.
Dopo alcuni anni di interventi e aiuti economici necessari a causa del suo cattivo stato di conservazione, sembra giungere al suo pieno recupero grazie anche al Comune di Brescia – proprietario del Duomo dato in gestione alla parrocchia – che si è reso disponibile a eseguire i lavori di carattere edile e strutturale propedeutici al riposizionamento del prezioso strumento.
Il progetto
Questi interventi, che la Loggia finanzia con 150mila euro, riguardano la formazione di un nuovo solaio in legno al piano primo (quota di appoggio organo) per riportare i mantici al loro sito originale. A seguito del ritrovamento di importanti affreschi del Romanino sui lati dell’organo Antegnati, finora coperti e resi visibili proprio per il restauro, dopo le necessarie autorizzazioni relative alla realizzazione del solaio per il posizionamento dei mantici in quota originaria, si provvederà alla demolizione di un tamponamento sul retro dell’organo per creare una cassa armonica in legno per posizionare i somieri che erano posti proprio davanti al ritrovamento degli affreschi.
«Ipotizziamo di consegnare le opere effettuate dal Comune alla Parrocchia della Cattedrale entro fine marzo 2023 – hanno anticipato gli assessori Valter Muchetti e Michela Tiboni – perché possa procedere al restauro e riposizionamento dell’organo, si presume entro giugno 2023».
Il contributo
La Giunta comunale, inoltre, ha recentemente assegnato un contributo di quasi 262mila euro alla parrocchia della Cattedrale per il restauro e la valorizzazione proprio dell’organo Antegnati che riveste un ruolo di affezione per i cittadini bresciani abituati al suo suono durante la liturgia, «ma anche di valenza culturale e storica – ha rimarcato il parroco, monsignor Gianluca Gerbino – e simbolo che unisce Brescia e Bergamo nell’anno della capitale della cultura».
«Le note delle canne del più antico organo Antegnati, che risale al sedicesimo secolo – ha ricordato Giuseppe Spataro, organologo e direttore dei lavori, membro della sotto-Commissione Organi – hanno accompagnato le liturgie ma anche la storia e le vicende della città per cinque secoli. Ci unisce a Bergamo un primo intervento di restauro affidato nel 1826 ai fratelli Serassi con l’obbligo di mantenere tutte le milletrecento canne originarie».
A don Giuseppe Mensi, vicario episcopale per l’Amministrazione, il compito di esprimere «gratitudine al Comune per aver dato impulso alla fase conclusiva del restauro togliendo il progetto dall’impasse che costringeva alla ricerca di fondi».
Comune e Parrocchia della Cattedrale rimangono, inoltre, alla ricerca di una realtà privata che possa sostenere l’ulteriore spesa di restauro degli affreschi del Romanino (si ipotizzano circa 60,70mila euro) che sarebbe opportuno effettuare di concerto con le opere dell’Antegnati per sfruttare i ponteggi già montati.
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