Il rebus degli asintomatici: «Positivi reali tra i 13 e i 25mila»
Il vero tallone d’Achille della lotta al coronavirus potrebbero essere gli asintomatici. Persone infettate ma che non hanno tosse, febbre o altri sintomi e quindi continuano a condurre la loro vita senza monitoraggio medico. Anche loro, pur con una carica inferiore, sono contagiosi. Secondo alcune stime nel Bresciano sono tra i 13mila e i 25mila. Ma il dibattito (scientifico) è aperto. In base ai calcoli di Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica di Roma, gli asintomatici sarebbero «dieci volte di più dei sintomatici». Una stima abbassata a cinque volte da Roberto Stellini, infettivologo della Poliambulanza. «Stimiamo che un 20% della popolazione abbia contratto il virus - spiega Stellini - di questi uno su cinque con sintomi, gli altri asintomatici».
Fatto sta che, oggi come oggi, gli «attualmente positivi» nel Bresciano, secondo i dati ufficiali, sono poco più di 2.500 (oltre 14mila i contagiati totali). Si può partire da lì per abbozzare una stima. In base al rapporto sintomatici-asintomatici che si decide di assumere, le persone ancora positive nel Bresciano oscillerebbero tra i 13mila e i 25mila. Ma potrebbero essere anche di più. Difficile dirlo. Quel che è certo, spiegano gli esperti, è che gli infettati sono più di quel che dicano i report ufficiali.Il contagio. Cauda, intervistato dal Corriere della Sera, sottolinea la specificità del Sars-Cov-2 proprio con «il ruolo che svolgono i soggetti asintomatici: restano tali o manifestano sintomi generici. Ma sono parimenti contagiosi di chi ha sviluppato la malattia». Per questo, secondo il professore, è «fondamentale» scovare gli asintomatici in questa fase, attraverso i tamponi: «l’asintomatico è un nemico che hai alle spalle e che ti pugnala, può esserlo chiunque. Anche un nipote che va dal nonno o un conoscente che non vedevamo da tempo. Non per niente un numero elevato di contagi è in ambito familiare».
La stima. Stellini è più prudente. «L’asintomatico è sicuramente contagioso. Ma meno di chi ha sintomi. Non a caso - spiega - nelle ultime settimane si dice che il virus abbia perso vigore. Non perché sia mutato o si sia indebolito. Ma perché le persone vengono a contatto con una carica infettante inferiore: vi sono più asintomatici in giro, quelli che un tempo avremmo chiamato "portatori sani"». Già, ma quanti sono? In Poliambulanza, spiega Stellini, «abbiamo stimato che il numero totale dei contagiati in provincia di Brescia si avvicini ai 190mila». La stessa stima, effettuata in maniera autonoma, da un’indagine del Giornale di Brescia in collaborazione con la società di ricerca InTwig. In sostanza sarebbe entrato a contatto con il virus il 15-20% della popolazione. Ma non tutti hanno manifestato sintomi. Delle persone infettate, continua Stellini, il 20% ha mostrato tosse, febbre o problemi respiratori. Ma c’è un altro 80% che invece si può ritenere portatore sano». A fronte di 190mila contagiati, insomma, 160mila non avrebbe mostrato alcun sintomo. Questo nell’arco dei tre mesi dell’epidemia. E oggi, quanti potrebbero essere gli asintomatici bresciani? Una stima, avverte Stellini, è un azzardo. «Nelle malattie infettive, l’asintomatico è sempre stato il problema. All’inizio si facevano tamponi solo sugli asintomatici, ora la platea si è allargata. Ma direi che il rapporto corretto tra sintomatici e portatori sani sia attorno alle cinque volte». Troppo poco per l’immunità di gregge, troppo per intercettare tutti gli infettati. Quindi? «In attesa del vaccino o di un farmaco efficace, direi che ancora per mesi dovremo usare le tre armi che finora si sono mostrate efficaci: mascherina, distanziamento e lavaggio delle mani».
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