Il radicchio felice
Questo clima un po’ gelido ma anche primaverile è ottimale per i miei radicchi rossi. Li ho colti nei giorni scorsi. Tolte le foglie esterne, il cuore è di un rosso acceso che inebria gli occhi, il sapore deliziosamente amaro è un corroborante per l’anima. Mentre osservavo il mio raccolto ero pervaso dalla gioia, ero talmente felice che stavo per scoppiare in una risata. Poi mi sono ricordato della mia bisnonna Caterina, la sua saggezza novecentesca la portava a placare l’eccessiva ilarità che scoppiava tra i molti nipoti: dal troppo riso, diceva, poi arrivano le lacrime.
Infatti mentre mi beavo dei miei radicchi ho scoperto che oggi è il giorno più triste dell’anno. Proprio così: il 15 gennaio 2018 vietato scherzare. E chi lo ha detto? Internet, quindi è vero. Io, che solitamente mi sveglio di buonumore, cercherò di adeguarmi.
Per incupirmi penserò a quelli che considerano la vita quotidiana come una parentesi tra una vacanza e l’altra, e così, dopo essere stati un giorno e mezzo sulla neve, ora già ti raccontano dove andranno al mare la prossima estate; penserò a quelli che il paese mi va stretto, vuoi mettere fare un aperitivo in città; penserò a quelli che ti mandano le catene di Sant’Antonio su WhatsApp e dopo le frasette sdolcinate di amicizia verso il prossimo scrivono: se non la mandi a dieci persone il Cielo ti punirà. Penserò a quel povero commesso della pubblicità della Conad, che dopo aver riportato a una cliente l’orsacchiotto smarrito, ora deve gestire pure un parto nella corsia delle verdure. Perché anche nel terzo millennio si continua a nascere sotto i broccoli.
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