Il primo comandante dei Vigili urbani di Rezzato è «tornato» a casa
È stato il primo comandante del corpo dei Vigili urbani di Rezzato, dal lontano 1954 al 1974. Eligio Turati, mancato nel 1977 solo pochi anni dopo la fine del suo servizio, oggi grazie al figlio Mario è rientrato simbolicamente in quel comando, in cui è stato l’uomo di punta per 20 anni.
Lo ha fatto grazie ai molti documenti e ricordi, che Mario e la sorella Lucia hanno deciso di donare alla Polizia locale, oggi guidata dal comandante Giacomo Fola. Materiale che Turati aveva raccolto e conservato con cura nel corso degli anni di attività, ma che mette in evidenza anche il suo impegno nell’Esercito, di cui era sergente maggiore, decorato con una Croce di guerra al merito.
Lo storico comandante ha vissuto con rigore, serietà e competenza il suo ruolo, che svolgeva in un paese che usciva dalla guerra, dove il traffico, soprattutto su quella provinciale che divideva e divide tutt’oggi in due Rezzato, era già allora molto intenso. Per questo motivo era stato messo a dirigere la viabilità nelle ore di punta, con grande soddisfazione dei cittadini, come testimoniato da una lettera al direttore del Giornale di Brescia, datata 15 settembre 1954.
Il rigore era certamente una delle qualità più significative di Turati: è stato elogiato per le sue brillanti operazioni contro la criminalità locale, ma a volte anche criticato dagli stessi cittadini, proprio per quel rigore che lo portava a comminare numerose sanzioni e per questo additato come «il terribile di Rezzato». Questo il titolo di un articolo pubblicato sempre sul nostro giornale del 23 agosto 1958.
In realtà Turati era solo un uomo rispettoso dei doveri che il suo ruolo imponeva, cosciente del fatto che il suo essere severo poteva salvare molte vite ed educare al rispetto delle regole stradali. Infatti, è stato il primo a inserire nelle scuole elementari del paese la didattica all’educazione stradale.
«Abbiamo provato un’emozione senza eguali - spiega l’attuale comandante - quando Mario Turati si è presentato al nostro Comando portandoci i documenti del papà, cimeli preziosi di 70 anni fa che hanno una grande valenza, perché ci fanno conoscere le nostre radici, ci avvicinano a un mondo lontano ma in qualche modo familiare, del quale condividiamo l’eredità».
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