Il presidio di Casa delle Donne per sostenere chi lotta per la libertà in Iran
Un presidio di solidarietà per le donne e le giovani e i giovani in Iran che lottano a rischio della vita per l’affermazione dei diritti universali, e per condannare la loro violazione, i soprusi e le condanne a morte per motivi politici, religiosi e culturali subiti nel mondo da parte di regimi intolleranti e teocratici.
Lo convoca per sabato, alle 15.30 in piazza del Mercato, in città, l’associazione Casa delle Donne Centro Antiviolenza di Brescia, con numerose associazioni, rappresentanti della società civile e la presidenza del Consiglio comunale cittadino. Casa delle Donne ricorda i numeri della repressione in Iran: 20mila arresti; 500 uccisioni, tra cui 70 minorenni; 140 sentenze di condanna a morte, di cui quattro già eseguite. In un Paese, l’Iran, che pure ha firmato il Patto internazionale sui diritti civili e politici che fa obbligo - aggiunge l’associazione - di perseguire la protezione dell’integrità fisica dell’individuo contro la detenzione arbitraria, la tortura e l’uccisione, la protezione contro le discriminazioni basate sul sesso, l’etnia o la religione, e quelle di altro genere e la libertà di pensiero, religione, coscienza, parola, associazione, stampa e riunione.
Il presidio, si legge in una nota, «chiede l’impegno del Governo di questa città e delle istituzioni tutte affinché si facciano interpreti e siano portavoce di questi sentimenti e pensieri, risoluti ma mai violenti, presso il Ministero degli Affari Esteri e il Governo nazionale: è necessario scuotere le coscienze attraverso la persuasione morale per far crescere e moltiplicare le azioni di reale solidarietà e vicinanza; costruire quotidiane, costanti e significative iniziative come l’adozione di condannati/e a morte da parte di parlamentari; gettare le basi per concretizzare condizioni di libertà».
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