Il presidio 9 agosto: «Via il commissario e uno studio sul Chiese»

Il gruppo che protesta contro il depuratore del Garda sotto il Broletto da più di 400 giorno si appella ai candidati alle elezioni politiche
La postazione del presidio 9 agosto sotto la Prefettura in piazza Duomo (foto dell'8 agosto 2022) - Foto © www.giornaledibrescia.it
La postazione del presidio 9 agosto sotto la Prefettura in piazza Duomo (foto dell'8 agosto 2022) - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il superamento del commissariamento e uno studio sull’equilibrio ecologico del fiume Chiese. Sono i temi che il presidio di protesta contro il depuratore del Garda del Comitato 9 agosto sta sottoponendo ai candidati bresciani a Camera e Senato in vista del voto del 25 settembre.

La scorsa settimana i rappresentanti del presidio hanno incontrato gli aspiranti parlamentari di M5s, Alleanza Verdi-SI, Unione Popolare e Pd. «Oggi, alle 17 (ieri, ndr), incontriamo i candidati di Fratelli d'Italia e in questa settimana dovremmo incontrare quelli di Azione-Italia Viva, mentre siamo in attesa di un riscontro da parte di Forza Italia e Lega - spiega Sergio Aurora del Comitato 9 agosto -. La prima questione che abbiamo sottoposto è quella del commissariamento. È un vulnus antidemocratico che va superato. Abbiamo chiesto loro di prendersi l’impegno, qualora fossero eletti, di lavorare con gli strumenti messi a disposizione dai regolamenti parlamentari per andare oltre il commissariamento».

Il Comitato ha chiesto ai candidati anche un altro impegno. Ovvero, precisa Aurora, «sostenere la realizzazione di uno studio approfondito sullo stato ecologico-ambientale del Chiese. Anche in questo caso i candidati che abbiamo finora incontrato si sono detti d’accordo, oltre a dichiarare il sostegno all’attività del presidio». Raffaella Giubellini, sempre a nome del Comitato, aggiunge: «In questa fase interlocutoria abbiamo trovato piena convergenza sui temi. Naturalmente monitoreremo l’impegno dei candidati qualora fossero eletti». Piera Casalini, a sua volta rappresentante del Comitato, ha concluso: «Lo studio potrebbe diventare pilota ed essere applicato ad altri fiumi bresciani».

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