Il presidente dell'agenzia Tpl: «Senza risorse o tagli o rincari»
Il presidente dell’Agenzia del Trasporto pubblico locale (Tpl) Giancarlo Gentilini non cerca alibi. «Noi dobbiamo offrire il miglior servizio con le risorse a disposizione. Ci sono problemi fisiologici che si presentano sempre nelle prime settimane di scuola: orari provvisori, numero di studenti che prendono il bus. Stiamo lavorando per risolverli».
Ma certo il trasporto pubblico sconta da tempo un problema strutturale di risorse insufficienti. Non solo a Brescia, dove anzi gli enti locali garantiscono risorse per i bus che da altre parti non ci sono (8,5 milioni la Loggia, 2,5 milioni il Broletto). Non occorre andare lontano. A Bergamo, ad esempio, nel weekend il trasporto pubblico è di fatto sospeso. A Brescia «siamo al limite» ribadisce a più riprese il direttore Massimo Lazzarini.
A inizio agosto i sindaci bresciani, in modo bipartisan, hanno deciso di scrivere a Regione e Governo per chiedere più risorse. Per potenziare il servizio e garantire un trasporto pubblico adeguato alle esigenze bresciane servirebbero 7,5 milioni in più. Il ragionamento è per certi versi semplice: «Se crediamo davvero nella mobilità sostenibile - che vuol dire anche meno smog, meno traffico, meno incidenti, meno costi sociali - va fatta una scelta strategica mettendo più risorse sul trasporto pubblico» spiega Gentilini.
Fino a fine anno tagli o rincari sono stati congelati. Ma il 2023 rimane un rebus. «Se non arriveranno più soldi da Stato o Regione chiederemo ai nostri soci». Si potrebbe pensare a una «contribuzione diffusa» di tutti i Comuni bresciani, in base alla popolazione, non solo di Loggia e Broletto. Se poi anche il piano B fosse impraticabile, «il piano C» non potrà che essere o il taglio di chilometri e corse, che però già oggi appaiono insufficienti; o l’aumento dei biglietti, tutelando gli abbonati.
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