Il Pnrr vale già oltre un miliardo, ma i sindaci bresciani avvertono: «Fondi a rischio»

Francesco Alberti, Davide Bacca
Le scadenze si avvicinano e mancano i tecnici. L'appello alla politica: «Più tempo e meno burocrazia»
Secondo l’Anci ai sindaci è affidata la gestione di 40 miliardi del Pnrr - Foto © www.giornaledibrescia.it
Secondo l’Anci ai sindaci è affidata la gestione di 40 miliardi del Pnrr - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il Pnrr ha già portato nel Bresciano più di un miliardo di euro. Ma una parte di quei soldi, soprattutto quelli destinati ai Comuni, in particolare piccoli, potrebbe essere a rischio. Le pastoie della burocrazia e i tempi strettissimi stanno infatti mettendo i sindaci con le spalle al muro: i progetti finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza vanno infatti realizzati entro il 2026. Ma vi sono scadenze intermedie da rispettare, pena la perdita dei contributi.

La prima dead line riguarda la consegna di progetti e l’assegnazione dei lavori di alcune linee di finanziamento, la cui scadenza è fissata a fine anno. Peccato che molti Comuni, soprattutto piccoli, non solo non abbiano personale sufficiente e competenze adeguate al loro interno, ma fatichino anche a trovare tecnici, amministrativi e professionisti sul mercato. Un mercato ingolfato dalle pratiche del Superbonus 110% e ora dai dossier del Pnrr.

L’appello

Ecco perché i sindaci bresciani hanno deciso di lanciare un appello alla politica, partendo dai parlamentari: «Il Pnrr è un’occasione unica e straordinaria. Non possiamo sprecarla. Ma ci serve più tempo e vanno snellite le procedure» è l’appello corale. «Siamo di fronte a straordinarie opportunità - sottolinea Cristina Tedaldi, sindaca di Leno e presidente dell’Associazione Comuni bresciani -, ma è altrettanto vero che non sono poche le difficoltà da gestire».

Tedaldi sottolinea che gestire le pratiche relative ai fondi del Pnrr «è molto più complesso di un normale bando, e questo chiaramente vale ancor di più per i piccoli Comuni che non hanno personale a sufficienza». La sindaca pone anche l’attenzione sulla questione tempi, «faccio un esempio - spiega Tedaldi -, se gli edifici hanno più di 70 anni serve il parere della Sovrintendenza, ma allora passano i mesi. Com’è possibile rispettare scadenze tassative? Le difficoltà rischiano di farci perdere opportunità molto importanti, irripetibili».

Numeri

Regione Lombardia ha attivato uno specifico monitoraggio delle risorse Pnrr che ricadono sul territorio regionale. Ad oggi si è arrivati a oltre 11,5 miliardi di euro (Pnrr più Fondo complementare). Il monitoraggio ha anche un’appendice provinciale.

L’ultimo report, aggiornato al 19 ottobre scorso, dice che nel Bresciano il Pnrr ha portato poco meno di un miliardo e 46 milioni di euro. Solo Milano fa meglio (1,8 miliardi), mentre Bergamo si ferma a 664 milioni.

Lì dentro c’è di tutto, a partire dai 359,5 per il nuovo tram di Brescia: soldi non del Pnrr ma del fondo complementare, visto che l’opera sarà pronta non entro il 2026 ma nel 2029. Altri 134 milioni sono destinati ai Comuni per interventi di efficienza energetica, 46 per la rigenerazione urbana, 42 per la Qualità dell’abitare-bando Pinqua (soldi destinati alla Loggia per la Tintoretto e le Case del Sole), quasi 28 per l’attrattività dei borghi, 72,2 per riqualificare l’edilizia residenziale pubblica ma anche 349mila euro per migliorare l’efficienza energetica di cinema, musei e teatri, dall’Oz alle Grotte di Catullo. Con la Missione 6, dedicata alla Salute, ci sono quasi 39 milioni per le Case di comunità e quasi 210 per strutture e tecnologie ospedaliere.

Il Pnrr nel complesso vale oltre 200 miliardi di euro. In base ad una stima Anci la quota gestita dai Comuni sarà di 40 miliardi. Un quinto del totale. Ecco perché è urgente che i sindaci siano messi in condizione di attuare i progetti.

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