Il Parco delle cave è una realtà: in marzo l’apertura al pubblico

Capra: «Grande risultato» C’è chi ha già cominciato a frequentarlo. Il ritorno degli uccelli acquatici
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Qualcuno, trovato un varco nella recinzione, ha preso l’abitudine di camminarci con il cane. All’Epifania c’è passata la Corsa della Befana, mentre ogni giorno qualche curioso si aggiunge alla lista di chi si aggira nei paraggi.

Il Parco delle cave non è ancora fruibile, ma promette di diventare un punto di riferimento. Lo è già per alcune specie di uccelli acquatici. A fine marzo ci sarà l’apertura dei due bacini maggiori, le ex cave Profacta (gruppo Faustini), l’Ate 23 di via Brocchi-via Cerca a Buffalora e l’Ate 20 fra le vie Bose e dei Santi alle Bettole. Quasi 700mila metri quadrati fra laghetti e terreno restituiti alla natura e all’uso pubblico.

La conferma arriva da Fabio Capra, consigliere comunale delegato dal sindaco al Parco delle cave, «contento e sorpreso - ammette - per il grande risultato finale». I tempi. L’escavazione è terminata nel giugno scorso, quando la società Faustini ha accelerato le operazioni di recupero ambientale dei due siti, investendo 1,6 milioni. L’Ate 23 si estende per 40 ettari, racchiusi in un perimetro di 4 chilometri. I lavori di ripristino sono praticamente finiti.

«Si stanno smantellando le ultime attrezzature dell’attività estrattiva, mentre in febbraio saranno completate le piantumazioni», spiega Capra. «Sono in corso le rifiniture, ad esempio sui cordoli della pista ciclabile affinché possano trattenere l’acqua piovana che scende dalle scarpate». Ma a fine marzo, promette, sarà tutto pronto.

Cinque gli ingressi all’area: Buffalora, Bettole, San Polo Case, Brescia metro e Sanpolino. Quello principale sarà Buffalora, oltre via Serenissima, accanto all’accesso attuale. Marzo sarà il mese buono anche per l’Ate 20, alle Bettole, circa 28 ettari fra bacino d’acqua e terreni circostanti. Tre gli ingressi: da via dei Santi, da via dei Morti e dalla casa di riposo. In questo sito, infatti, la società Faustini ha conservato 12mila metri quadrati destinati alla costruzione di una residenza socio-assistenziale per anziani. «La proprietà - aggiunge Capra - sta studiando il progetto.

Entro la fine della consigliatura saranno pronti dei rendering. C’è già un operatore interessato all’iniziativa». Discorso diverso per un’altra ex cava che fa parte del Parco, gli 800mila metri quadrati appartenuti alla Nuova Beton, in via Fusera a Bettole. È l’Ate 19, anch’esso passato al patrimonio comunale. La Beton. Qui, per vicende legate alle difficoltà finanziarie dell’ex proprietà, i lavori sono più indietro, anche se negli ultimi tempi sono stati accelerati. «Non potrà essere pronta in primavera - anticipa Capra - anche se le alberature e il verde ci saranno. L’apertura al pubblico avverrà in estate».

La Nuova Beton dovrà anche costruire un edificio di 300 metri quadrati da donare al Comune per ospitare le associazioni che presidieranno l’area. Infine c’è l’ex discarica Profacta di via Brocchi, di fronte all’Ate 23. Niente amianto, ma un parcheggio (che resterà della Faustini) a servizio del Parco delle cave. In questo caso siamo ancora alla fase procedurale per il cambio di destinazione del sito, che poi dovrà essere riempito con materiale inerte. Si tratta di 20mila metri quadrati, che accoglieranno circa 150 stalli per automobili, roulotte, camper e rimorchi per imbarcazioni.AmbienteIl recupero e la valorizzazione del territorio

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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