Il parco al posto della Caffaro divide la Giunta
Il parco che potrebbe sorgere al posto della Caffaro divide la Giunta. Per l’assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra di concreto non c’è nulla, «si tratta solo di una suggestione che riguarda una possibilità molto remota», mentre per l’assessore all’Urbanistica, Michela Tiboni, il lavoro per arrivare a un’area verde che dovrebbe sostituire l’azienda «è in corso da mesi» e la nuova destinazione per la zona verrà inserita nella variante al Pgt che la Loggia vuole adottare in autunno.
Due posizioni contrapposte in cui manca un punto di equilibrio, come è emerso nella commissione congiunta urbanistica e ecologia di ieri pomeriggio. Il sindaco Emilio Del Bono punta all’abbattimento della fabbrica e alla riqualificazione in seguito alla bonifica. Un percorso complesso, in cui oltre all'emergenza ambientale mai sanata si inserisono l’azione legale del Comune contro gli ultimi proprietari della Caffaro e la trattativa in corso al Ministero dell’ambiente con la Sorin, ex azionista dell’azienda.
La commissione era stata convocata dalle opposizioni proprio per fare chiarezza sull’ipotesi annunciata dal sindaco, ma il quadro che ne è uscito è stato confuso proprio a causa delle differenze di vedute dei due assessori. Una divisione che Mattia Margaroli, capogruppo di Forza Italia, definisce «imbarazzante», mentre Francesco Onofri e Laura Gamba (Cinque Stelle) chiedono «più concretezza sulle vere questioni aperte legate al Sito di interesse nazionale». Per la maggioranza Aldo Boifava, del Pd, appoggia l’idea del parco, mentre Mafalda Gritti di Brescia per passione attacca Fondra («Credo che il parco sia più di una suggestione») per ribadire il sostegno al percorso avviato dal sindaco, definito «chiaro e basato su un preciso scenario», con l’obiettivo di «abbandonare la vocazione produttiva, bonificare e riqualificare».
L’ex assessore all’Ambiente e attuale consigliere di Forza Italia, Paola Vilardi, ricorda però che il problema è ambientale, prima che urbanistico: «L’idea del bosco cittadino ha allettato molti, ma i veri nodi da sciogliere per realizzarlo sono i fondi, i tempi e il pompaggio delle acque».
La questione rimane dunque aperta, ma i chiarimenti attesi non sono arrivati. E la distanza politica tra «una suggestione» e «un lavoro in corso da mesi» è tutta da colmare.
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