Il paradosso del medico rimasto senza telefono
«Da 20 giorni sono senza telefono fisso e ancora non si capisce perché» sbotta (un bel po’) seccato Giorgio Zanacchi nel suo ambulatorio di via Milano. Ad aver scatenato l’ira del medico è stato il servizio di telefonia Tim, che dalle 17 dell’8 novembre ha smesso di funzionare in tutto il palazzo.
Niente più chiamate dal fisso né internet - «il che, capirà, è un problema per un medico che deve essere contattato dai suoi pazienti. Si rischia la denuncia per irreperibilità». Per evitare pasticci legali, il dottor Zanacchi ha subito inviato la segnalazione alla Tim, che il giorno dopo ha mandato due tecnici. Riscontrato un guasto, hanno assicurato l’intervento di una ditta specializzata entro il 13 novembre.
Il 22 però non si era ancora visto nessuno, al che l’esausto dottore si è rivolto al nostro direttore con una lettera pubblicata sul GdB. «L’è ’na roba de mat - commenta il signor Achille, rimasto anche lui senza linea -. Milioni di chiamate al 187 (il numero clienti Tim, ndr) per parlare con operatori in Romania e finire punto a capo».
Per colpa di chi? Intanto - si verrà a sapere solo più tardi - la Tim aveva rilevato a monte del guasto un problema nella rete fognaria. Dopo una settimana d’attesa per i permessi dal Comune, l’azienda aveva provveduto allo spurgo delle acque che avevano invaso la cameretta con i cavi telefonici. Scoprendo però una perdita d’acqua costante che avrebbe vanificato ogni riparazione. Questa almeno la giustificazione. La palla è quindi passata ad A2A Ciclo Idrico, avvisata venerdì dall’impresa incaricata da Tim. Come riferito in una nota da A2A, alla prima analisi «non sono state rilevate criticità particolari nella rete fognaria».
Si arriva a lunedì, quando i telefoni ancora non squillano e A2A effettua un secondo controllo, svuotando la cameretta incriminata (che nel frattempo si era riempita ancora). Morale? Nessun «colpevole» accertato. Non è stata individuata una causa precisa delle infiltrazioni, che potrebbero essere dovute, spiega A2A, «all’accumulo di acqua piovana di dilavamento stradale» in un pozzetto e nella comunicante condotta passacavi della rete telefonica.
La Tim si dichiara non responsabile del guasto né del ritardo accumulato. E annuncia i lavori: al più tardi domani, via Milano sarà chiusa all’incrocio con via Stoppani per gli scavi e la sostituzione dei cavi. In un giorno, per la pace del dottor Zanacchi e del signor Achille, tutto dovrebbe tornare alla normalità. Staremo a vedere. Con una postilla agrodolce: è un po’ triste che le cose vengano prese in mano quando si muove la stampa. Perché un cittadino, da solo, non ha garanzia di vedere rispettati i suoi sacrosanti diritti?
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