Il Papa schivo che nel 2005 si tenne in disparte

Secondo alcune ricostruzioni, nel passato Conclave aveva già ottenuto la preferenza di molti.
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Timido, schivo, di poche parole, Jorge Mario Bergoglio è il primo Papa gesuita. In realtà, secondo molte fonti, quello che fino ad oggi era l’arcivescovo di Buenos Aires, poteva essere eletto già nel Conclave del 2005, dove ha certamente avuto un notevole numero di preferenze.

Secondo alcune ricostruzioni il porporato però si mostrò così atterrito all’idea del peso che gli sarebbe caduto addosso da convincere i più a lasciar perdere: il cardinale argentino, di origini piemontesi, secondo il diario di un cardinale elettore, spaventato dal confronto con il cardinale decano, scongiurò addirittura i suoi sostenitori di non votarlo.

Secondo altri, invece, non avrebbe avuto una reale possibilità di ascendere al soglio di Pietro: in quell’occasione, infatti, i cardinali che temevano la candidatura Ratzinger avevano fatto blocco sull’argentino, nel tentativo di impedire che si raggiungesse la maggioranza minima per l’elezione, in modo da obbligare tutti alla ricerca di candidati diversi, come era già avvenuto.

Resta il fatto che quel Conclave risulta oggi la «prova generale» di questo, se l’unico che seriamente attirò voti oltre a Ratzinger si ritrova ad essere il suo successore. E Bergoglio è sempre stato restio ad accettare ruoli curiali. Oppositore del lusso e degli sprechi (ha vissuto in un modesto appartamentino e per spostarsi usa i mezzi pubblici) quando fu ordinato cardinale nel 2001, obbligò i suoi compatrioti che avevano organizzato raccolte fondi per presenziare alla cerimonia di Roma, a restare in Argentina e a donare i soldi ai poveri.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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