Il nuovo regolamento edilizio del Comune di Brescia è realtà

Ma l’opposizione dice no: «Troppo dirigismo, così si ingessa il settore. Il testo va subito rivisto»
Il Consiglio comunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Il nuovo regolamento edilizio è realtà. Un testo lungo 160 pagine con sette allegati. Uno «strumento operativo» per chi deve intervenire sul patrimonio edilizio, le cui parole d’ordine, snocciolate dall’assessore all’urbanistica Michela Tiboni, sono «semplificazione» e «sostenibilità ambientale»: dalla spinta sulle rinnovabili alla riduzione della CO2, passando per tetti verdi e colori chiari che mitighino le «isole di calore».

Ma per l’opposizione si tratta di «parole vuote» visto che in realtà il regolamento, nonostante modifiche e correzioni in corsa, pecca di «dirigismo», «farraggionosità» e «lunghezza». Invece che facilitare un’edilizia green, è la tesi del centrodestra, «complicherà la vita ai cittadini».

Così, dopo quattro mesi passati a cercare il dialogo, ieri, durante il terzo round dedicato al tema, il Consiglio comunale ha approvato il testo con i soli «sì» della maggioranza. Le opposizioni, che in fase di adozione si erano astenute, al momento del voto finale, dopo 9 ore di onsiglio, hanno schiacciato il tasto rosso. In aula però, delle minoranze, erano rimasti solo in quattro, Paola Vilardi e Paolo Fontana (Forza Italia), Mattia Margaroli (FdI) e Guido Ghidini (M5s). Nessuno della Lega, che pure sul testo ha speso parole durissime.

La vicenda

L’attuale regolamento edilizio risale al 2007, con alcune modifiche nel 2013. Un testo non più al passo con i tempi. Così la Loggia ha iniziato a lavorare ad un nuovo testo, «coerente con l’impianto del Pgt» e ispirato ad un’edilizia sostenibile. Il 21 febbraio il primo round in Consiglio, per l’adozione del testo, si era chiuso con il rinvio del voto di fronte alla carica dei 96 emendamenti (94 del centrodestra, uno del M5s e uno della maggioranza). Un «gesto di apertura» per il sindaco Emilio Del Bono, un «segno delle difficoltà dell maggioranza» per le opposizioni.

Il 4 marzo il secondo round: la Loggia accoglie un terzo degli emendamenti e l’opposizione si astiene. Testo adottato. Si apre poi la fase delle «osservazioni» da parte di cittadini e ordini professonali. Sei quelle arrivate (un poi ritirata), alcune, come quelle di Campus edilizia e dell’ordine degli agronomi, molto corpose. In sostanza 41 gli aspetti che si chiedeva di modificare, 26 quelli su cui la giunta comunale ha dato parere favorevole. «La riprova della disponibilità al dialogo e al confronto», secondo Tiboni.

I punti chiave? La «semplificazione», per esempio con l’abolizione della «ridondante» commissione edilizia; la «sostenibilità», centrale nell’articolo 31, con l’inserimento dell’indicatore Ric (Riduzione dell’impatto climatico): materiali e tecniche costruttive devono puntare a ridurre i consumi energetici, tagliare la C2 emessa, migliorare il microclima urbano, potenziare il verde, aumentare le rinnovabili. «Siamo orgogliosi del percorso che abbiamo fatto, anche con il contributo delle opposizioni e dei cittadini» insiste Tiboni.

Il niet

Un percorso «insufficiente» per le opposizioni. L’apertura di credito d’inizio marzo, ieri si è così trasformata in una bocciatura. «Per fortuna il testo iniziale è stato modificato - spiega Michele Maggi (Lega), prima di lasciare vuoti i banchi del Carroccio -. Ma il risultato è comunque un testo che andrà a complicare il lavoro dei tecnici, ingessando il settore. Avete inventato una "relazione di sostenibilità ambientale" che aumenta le incombenze.

Altro che semplificazione». Dura anche Paola Vilardi («Ci sono indicazioni troppo rigide, che appesantiscono questo regolamento, anche solo nella lettura») che però, nonostante il «voto amministrativo» contrario, ha «ringraziato» per il confronto politico di questi mesi, in particolare il sindaco Emilio Del Bono che, con la sua mossa di fbbraio, aveva «riaperto il confronto». Ma non è bastato per un sì corale.

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