Il nuovo Museo di Scienze Naturali? Sarà costruito ancora in via Ozanam
Sarà un edificio moderno, immerso nel verde e accessibile a tutti, con alcune pareti che ricordano le rocce delle montagne bresciane. E sarà soprattutto realizzato lì dove è sempre stato, cioè in via Ozanam.
Si immagina così il nuovo Museo di Scienze Naturali, in città, di cui oggi in Loggia è stato presentato lo studio di fattibilità redatto dal personale del settore Edilizia del Comune di Brescia, dai progettisti di Tectoo e i consulenti di Codice Edizioni.
Il nuovo polo scientifico culturale della città - così deve essere inteso, si è detto, per la finalità stessa del progetto - verrà costruito dove oggi sorge l’attuale struttura, che sarà demolita perché in stato di degrado da anni e poco sicura dal punto di vista sismico. È stata quindi abbandonata l'ipotesi di cui si discuteva qualche tempo di costruire il polo in zona via Milano nell'area della Caffaro (qui potete leggere la cronistoria di tutte le idee e le proposte fatte negli anni per il Museo di Scienze).
Al posto della complessa architettura di parallelepipedi del museo di Scienze attuale, ci sarà quindi un edificio in vetrate, legno e acciaio, composto da due corpi di fabbrica connessi dalla lobby principale. La struttura sarà circondata da un ampio spazio verde che si otterrà collegando il parco Marconi con il parco Lussignoli, in cui sarà realizzato anche un orto botanico.
Il nuovo museo sarà uno spazio polifunzionale, caratterizzato da tecniche sostenibili e da efficientamento energetico, senza barriere architettoniche come l’attuale struttura. Stando a quanto illustrato, dovrà comprendere:
- uno spazio per l’esposizione permanente di circa 900 metri quadrati, che sarà collocato al primo piano con gli uffici scientifici e i laboratori didattici;
- sale per le esposizioni temporanee di circa 650 metri quadrati al secondo piano con la biblioteca da 350 metri quadrati, nella porzione est
- laboratori didattici di circa 100 metri quadrati;
- un auditorium / sala conferenze con almeno 200 posti da circa 350 metri quadrati;
- uffici e laboratori di circa 180 metri quadrati;
- bookshop e bar.
La lobby principale sarà una sorta di piazza trasparente che metterà in collegamento il lato nord e il lato sud del museo. Questo spazio sarà deliminato da pareti particolari chiamate «falesie» perché costruite in maniera tale da richiamare le pareti rocciose delle montagne bresciane, con l’aggiunta di animali impagliati e alcune specie vegetali. L’atmosfera di montagna sarà richiamata anche da un’illuminazione dall’alto tramite una copertura di vetrate fotovoltaiche.
Tempi e costi
Prima di vedere il nuovo polo, però, bisognerà aspettare almeno il 2026. «Per questo progetto servirà un mandato e i tempi tecnici sono molto lunghi, ci vorranno almeno quattro o cinque anni - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Valter Muchetti -. Il nostro obiettivo è consegnare alla città un polo museale scientifico che permette non solo le esposizioni ma un dialogo con il quartiere, Brescia e l’università. La realizzazione impegnerà di certo la prossima legislatura». Per quanto riguarda i costi, Muchetti stima «un minimo di 32 milioni e un massimo di 44 milioni di euro, che andranno recuperati da fondi nazionali come il Piano nazionale di ripresa e resilienza o da finanziamenti europei».
Il sindaco di Brescia Emilio Del Bono si dice intanto soddisfatto dello studio di fattibilità: «Abbiamo un lungo cammino alle spalle, partito da un’analisi della situazione fino all’indicazione della relazione tecnica che fosse più opportuno demolire e ricostruire. Alla città serve un polo scientifico e ora sono stati sciolti i nodi principali emersi negli scorsi anni».
Restano alcune questioni aperte, oltre ai fondi necessari, anche la decisione su come e da chi sarà gestito il polo scientifico futuro di via Ozanam. Che però, almeno sulla carta, fra qualche anno si trasformerà di nuovo nel punto di riferimento scientifico della città e in un luogo d’incontro per le diverse realtà del territorio.
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