Il murale in piazza Rovetta scalda Facebook
Rivendica su Facebook di aver lanciato per primo l’idea della realizzazione di un murale sulla parete cieca di piazza Rovetta, annunciata dal sindaco Emilio Del Bono nell’intervista rilasciata al Giornale di Brescia a inizio anno e, come spesso accade sui social, suscita numerose reazioni, significative dell’interesse nei confronti di una parte della città in attesa da tempo di definire la propria identità.
È il presidente dell’associazione culturale «io amo Brescia perché...», Aldo Coen, il quale ricorda anche di aver già trovato un artista disponibile gratuitamente.
«Che tristezza: una volta era un angolo bellissimo», sospira Cristina in un post, mentre molti sollecitano il sindaco a cogliere l’occasione dell’offerta dell’artista. E, a un certo punto, interviene anche il vicesindaco e assessore alla Cultura Laura Castelletti, per sostenere che non è il caso di farne «una questione di primogenitura» piuttosto che «di gratis o non gratis» perché, da una parte, «il tema ha prodotto diverse proposte nel passato»; e, dall’altra, «credo che diversi artisti bresciani prestino volentieri la loro opera gratuitamente per avere un palcoscenico importante». Si tratta invece di capire «cosa vogliamo diventi quella parete. Personalmente affiderei lo spazio a un artista emergente affinché diventi richiamo/"tappa turistica" per i tanti amanti della street art e gli chiederei di lavorare a un soggetto capace di creare un legame ideale tra centro città e quartiere del Carmine. Per la scelta mi piacerebbe fossero coinvolti in una commissione i rappresentanti delle Accademie artistiche della città e qualche giovane curatore/artista che si occupa di street art. Mi piacerebbe trovare sponsor tecnici (colorifici, produttori bombolette spray, traslocatori per le piattaforme ecc.) e pagare l’artista per la sua opera, i giovani artisti hanno bisogno che il loro lavoro sia riconosciuto».
Castelletti sottolinea che «questo è ovviamente il mio parere personale, avrò modo di confrontarmi presto con sindaco e colleghi di Giunta».
Né sarebbe del tutto tramontata l’idea della palestra di roccia sulla stessa parete cieca: «è stata mia e continuo a considerarla una interessante alternativa per avere giovani positivi (chi arrampica lo è) in centro città, con il Cai avevamo anche preparato un bel progetto».
Ma se piace l’artista emergente da valorizzare, la palestra di roccia non sembra riscuotere successo (meglio all’ex gasometro, dice più d’uno). Quanto al soggetto del murales, il popolo social si scatena con le proposte: la storia di Brescia, «dal Castello alla metropolitana» con cenni allo sport e alla musica bresciani, volti umani in primo piano e stile «metropolitano», «un lungo viale alberato e fiorito», ma anche luce - ovvero proiezioni di film e spot, casere o edifici di archeologia industriale -, per «ricucire» soprattutto di sera due zone del centro storico tra le quali esiste una sorta di cesura.
E mentre il fotografo Walter Pescara rammenta la simulazione presentata nell’ormai lontano 2000 («la Trabant che sfonda il muro di Berlino, pertinente all’epoca»), l’artista pronto già in passato a realizzare il murales suggerito da Coen, Lorenzo Fontana, si dice «sorpreso» ma «rinnova la proposta».
Nel frattempo il dibattito online continua. L’artista Luca Dall’Olio ha pubblicato un’elaborazione grafica di come potrebbe essere il disegno per la grande parete vuota in piazza.
Un’idea interessante per una piazza che ne ha viste di tutte: tra le altre cose, la rimozione delle panchine, il trasloco della Pensilina, un’occupazione da parte dei migranti, l’allestimento di un teatrino per bambini. Tutto ciò, in attesa di una soluzione definitiva per lo spazio.
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