Il maiale al guinzaglio
Le cime di rapa sono arrivate per la prima volta nel mio orto. Le ho seminate nei giorni scorsi e ora le piantine hanno già un’altezza considerevole. Speriamo crescano al meglio, ho scelto una varietà che si dichiara pronta in quaranta giorni, sono fiducioso.
Del resto questa coda settembrina sta accarezzando il mio ego ortolano con inattese soddisfazioni. La mia zucca napoletana è sempre la regina, ma accanto a lei ne sta crescendo una gemella che insidia il trono, temo non riuscirà a raggiungere l’eccelsa maturazione ma sono comunque gioie significative. E non parlo dei cetrioli per imbarazzo, ne colgo una decina ogni giorno, ma ripeto: non voglio star qui a pavoneggiarmi.
Si pavoneggia invece eccome quella signora che vive nel quartiere Parioli di Roma. Lei ogni giorno porta a spasso al guinzaglio per le eleganti strade della capitale il suo maiale. Avete capito bene: il suo maiale. L’animale domestico suo malgrado si chiama Dior, come lo stilista Christian Dior.
Un maiale profumato e non solo nel nome. Perché Dior non è come quei suoi volgari simili che si rotolano nella porcilaia. Lui ormai si sente un cane e vive con la sua mamma (come lei ama definirsi) in un elegante appartamento. Ovviamente la chicchissima donna non poteva che vivere in una zona cittadina dove risiede la bella gente, quella sempre dalla parte giusta della vita. Il maiale al guinzaglio sarebbe impossibile in paese, dove il senso del ridicolo è ben radicato, ci sono gli anticorpi. La mamma di Dior è vegetariana, evidentemente anche troppa verdura può dare alla testa.
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