Il Gnaro sull'Himalaya. Per una foto

Silvio Mondinelli, 53enne alpinista di Gardone Valtrompia, torna sul Manaslu a quota 8.163. Dopo un'estate a casa, proprio in questi giorni ha intrapreso una nuova avventura, anche se nuova si fa per dire: la prima volta fu nel 1993. «Ma ero solo, e non ho ricordi su pellicola. Ora rimedierò».
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Settembre, andiamo. «Si riparte, amici. Si torna finalmente in Himalaya. Dopo una primavera passata interamente in Italia ho preparato i bidoni e comprato i biglietti: il 3 settembre partiremo per il Manaslu, 8.163 metri».

Il 3 settembre è passato, il Gnaro è partito. Ancora una volta. Sono gli spiriti della montagna che chiamano, che invocano. Silvio risponde presente, sempre. Silvio è Silvio Mondinelli, per tutti il «Gnaro». Cinquantatré anni, nativo di Gardone Valtrompia, è uno dei pochissimi scalatori al mondo ad aver raggiunto le quattordici vette più alte del pianeta senza l'uso di bombole d'ossigeno.

Dopo un'estate a casa, proprio in questi giorni ha intrapreso una nuova avventura, anche se nuova si fa per dire. «Il Manaslu - spiega - è stato il mio primo ottomila. All'epoca ero salito dalla via Messner. Ora invece resteremo sulla normale. Ma la vera sorpresa è la compagnia. Con me ci sarà un vecchio amico, Juanito Oiarzabal, che si è aggregato alla spedizione poche settimane fa. Anche lui, come me, ha salito tutti i 14 ottomila ma ora sta cercando di doppiare tutte le cime. Ma non preoccupatevi, io non ci penso nemmeno lontanamente! Ci saranno poi Alberto Magliano e alcuni altri amici».

Uno si chiede: perchè tornare lassù, dove si è già stati ? perchè partecipare a un torneo che s'è già vinto? Per una foto, in questo caso. Una semplice foto. Quella che Mondinelli non è riuscito a scattare nel 1993. «Il Manaslu e il Gasherbrum I - come dichiarato al sito www.montagna.tv - sono gli unici due ottomila su cui sono arrivato in cima da solo - racconta -. Non essendoci nessuno con me ho potuto scattare solo delle foto del paesaggio, senza rientrare nell'inquadratura.

Quest'anno invece voglio andare in vetta e farmi fotografare da qualcuno: così recupero quella foto ricordo che mi manca!». Vien da pensare che una foto, a volte, vale come un tesoro. Soprattutto se non è stata scattata. Forse nel caso di Mondinelli il rimpianto è legato a una coincidenza particolare.

Quello fu il suo primo ottomila: il Gnaro faceva parte di una spedizione formata da alpinisti italiani, «tutti amici conosciuti sul Monte Rosa», come racconta lui stesso sul suo bel sito, www.gnaromondinelli.it. Non fu una salita facile, così come non fu facile nemmeno la discesa. Oggi, diciotto anni dopo, Silvio torna lassù.
A fermare il tempo, con un clic.
Carlos Passerini

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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