Il futuro incerto dell'Albero della Vita
L’Albero della Vita potrebbe «rifiorire» il prossimo primo maggio, quando l’area dopo-Expo riaprirà i cancelli per il concerto della Filarmonica della Scala.
Almeno questo è il progetto lanciato nei giorni scorsi dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Nei giorni scorsi a Milano si è tenuto un incontro tra i vertici di Aerexpo, il direttore artistico di Padiglione Italia e ideatore dell’Albero, Marco Balich (che rappresentava anche il Consorzio Orgoglio Brescia) e Diana Bracco.
L’obiettivo era quello di immaginare un nuovo spettacolo «low cost» per fare tornare ad emozionare i visitatori dell’area con il mix di giochi d’acqua, musica, luci ed effetti speciali.
Impresa ardua. I problemi che ostacolano il progetto sono due: tempo e soldi. A meno di un mese dall’evento pare difficile trovare il tempo necessario per dotare l’Albero del complesso impianto d’illuminazione, pulire laghetto e ugelli delle fontane. Poi c’è la questione costi (per nulla secondaria): riportare in vita l’Albero costerebbe circa 3 milioni di euro. Gli impianti che hanno dato luce, colore e musica alla struttura sono stati infatti smantellati e restituiti all’azienda da cui erano stati noleggiati. Senza quell’apparato, l’Albero perde il suo appeal.
«È assolutamente necessario trovare nuovi sponsor - dichiara Giancarlo Turati del Consorzio di aziende Orgoglio Brescia che detiene per 10 anni, insieme a Balich, i diritti di sfruttamento dell’Albero -. Abbiamo già dato, non siamo disposti a mettere altri soldi».
Turati, il presidente del Consorzio, Paolo Franceschetti, ed il tecnico Gasparini, hanno fatto un sopralluogo venerdì: «L’Albero è in ottime condizioni, non ha subito danni durante questi mesi di lavoro. Ma ora bisogna pensare a come farlo rifiorire».
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