Il Famedio: la lunga pagina di storia sulla memoria della città
Da venerdì altri quattordici bresciani illustri avranno il loro nome inciso per sempre nel marmo della parete della «casa della fama» del Vantiniano.
Tre sono nomi scelti tra coloro che sono scomparsi lo scorso anno ed altri undici tra chi è deceduto negli anni Settanta. Tra questi ultimi, anche San Paolo VI, il Papa bresciano proclamato santo lo scorso 14 ottobre. Quattordici personalità che da domani si aggiungeranno alle settanta già presenti nella grande e composita pagina di storia della nostra città.
Una pagina aperta sul valore di una comunità che, per avere un futuro, deve coltivare la memoria ed onorare le proprie radici. Tutti la possono leggere, questa pagina, nel Famedio, «quell’edificio speciale dei cimiteri grandiosi, destinato a raccogliere i resti degli uomini illustri», come si legge sulla Treccani.
Il Pantheon. Nel nostro Vantiniano, che grandioso lo è realmente, la monumentale aula del Pantheon prevista nel progetto ottocentesco di Rodolfo Vantini, ed effettivamente costruita, è rimasta per oltre un secolo una «nobile idea» pressochè abbandonata. Ripresa, con una delibera della Giunta comunale nel 2015, che ha fissato nel 9 novembre di ogni anno, anniversario della posa della prima pietra del cimitero, il giorno per la commemorazione dei cittadini illustri. Fissando, anche, nel massimo di tre le personalità annue che possono essere indicate dalla speciale commissione deputata a compiere la scelta.
Un medico, un musicista ed un architetto-urbanista i tre bresciani scomparsi lo scorso anno: sono Mariarosa Inzoli, Giancarlo Facchinetti e Leonardo Benevolo. Altri undici i nomi indicati tra le personalià di spicco decedute nel corso degli anni Ottanta: Emilio Franchi, Renzo Castagneto, Angelo Gitti, Domenico Lusetti, Federico Balestrieri, Bruno Finzi, don Giacomo Vender, Vittorio Gatti, Ottorino Marcolini, San Paolo VI, al secolo Giovan Battista Montini e Fausto Lechi.
«Personalità eclettiche» le ha definite il sindaco Emilio Del Bono, annunciando la cerimonia. Con lui, a palazzo Loggia, Chiara Donà della direzione generale e Giandomenico Brambilla, direttore generale del Comune.
Le scelte per il 2017. Ricordando Mariarosa Inzoli, morta nel maggio 2017 a pochi giorni dal suo novantesimo compleanno, il termine eclettico sembra addirittura riduttivo. Lei, medico, nel suo lungo percorso di vita ha saputo coniugare impegno civico e professionale, in scelte che sono sempre state spinte dalla ricerca del «bene comune».
Prima donna primario, fondatrice di Medicus mundi Italia, consigliere comunale e figura di riferimento dell’Associazione Balestrieri- Anziani in linea, realtà che gestice molte case famiglia per anziani e che, per ironia della sorte, porta il nome di Federico Balestrieri, illustre medico e benefattore deceduto nel 1972 che, da domani, sarà ricordato nel Famedio.
Poi, Leonardo Benevolo, «figura emblematica dell’architettura e dell’urbanistica italiana». A Brescia giunse negli anni Settanta per redigere la variante al Piano regolatore generale della città. Ancora, il musicista e compositore Giancarlo Facchinetti, che, nella sua vivacissima carriera, ha saputo coniugare il forte radicamento bresciano ad un’attività dall’orizzonte internazionale.
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