Il Dottore all'ultima «sgasata»

«Né sa quando una simile orma di piè mortale...». Le parole di Alessandro Manzoni scritte in memoria di Napoleone possono ben adattarsi anche a Valentino Rossi, che oggi a Valencia per l’ultima volta gareggerà in una gara del mondiale. Il Dottore, il folletto di Tavullia, ValentinoRossi scritto attaccato per pronunciarlo tutto d’un fiato, quasi a voler star dietro con le parole all’imprendibile ragazzo della provincia pesarese che in carriera ha collezionato trionfi e titoli mondiali come pochi.
Ed ha riscritto il modo di correre in moto. «Fu vera gloria?», si chiedeva il poeta. Senza presunzione, pensiamo che non ci sia bisogno di aspettare la risposta dei posteri, come prudentemente Manzoni scriveva per il Corso. Il solo fatto che Valentino Rossi sia un modello per tutti, da Marc Marquez in poi, coloro che hanno provato a sfidarlo nel corso degli anni, è la riprova che sì, la sua è stata vera gloria. Sportiva.
E, come Napoleone, anche Valentino ha messo a sedere due secoli. Anzi, a cavallo dei due secoli ha fatto sobbalzare dal divano tanti tifosi, italiani e non, rapiti dal suo modo di correre, dai suoi numeri. Il più ricordato dei quali, al Cavatappi di Laguna Seca, nel 2008, per superare Stoner, resta negli annali. Da domani, inizia il dopo-Rossi.
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