Il digitale costa troppo, sale parrocchiali dimezzate

Dopo l’addio alle pellicole, 17 cinema hanno già acquistato i proiettori digitali, ma ben 16 hanno interrotto la programmazione
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La nostalgia per la romantica pellicola è già ampiamente acqua passata. Inizia ormai pian piano a sbiadire il ricordo delle proiezioni domenicali, di pomeriggio ovviamente, quando regolarmente l’immagine diventava sfuocata, la voce andava e veniva. I film al cinema parrocchiale sono un punto fisso nella gioventù dei bresciani: con «Chi trova un amico trova un tesoro», protagonisti Bud Spencer e Terence Hill, imparato a memoria.

Tempi andati, il presente è velocissimo e ad alta definizione, ma purtroppo non per tutti. Il digitale è infatti arrivato come una mannaia sulle sale parrocchiali: la metà ha interrotto la programmazione. Il motivo è facilmente immaginabile e presto detto: il nuovo proiettore costa circa 60mila euro, cifra molto pesante per i bilanci delle Parrocchie. E lo diventa ancora di più se i sacerdoti si mettono a fare due conti: la competizione con le multisala è una lotta impari, per recuperare l’investimento servono anni e anni.

Ma incamminarsi su questo ragionamento, spiega don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Brescia e del settimanale la Voce del Popolo, nonché presidente dell’Associazione cattolica esercenti cinema (Acec), è prendere la strada sbagliata: la sala del cinema non può essere semplicemente il luogo dove si proiettano film il sabato sera e la domenica pomeriggio, deve invece diventare una sala della comunità dove si fa pastorale.

Ecco quindi che il costo per il nuovo proiettore diventa un investimento, allo stesso modo di come lo è il nuovo campetto da calcio dell’oratorio. Detto ciò, ad oggi sono 17 le sale parrocchiali digitalizzate: Bagnolo Mella, Bienno, la sala del Villaggio Sereno e quella del Prealpino, Collebeato, Esine, Ghedi, Lovere, Manerbio, Montichiari, Nave, Palazzolo, Pavone Mella, Ponte Caffaro, Pontoglio, Provaglio d’Iseo, Salò. Stanno facendo il passaggio Edolo, Lodrino, Roncadelle (per finanziare i lavori è stato organizzato uno spiedo), Inzino, il cinema di Sant’Apollonio a Lumezzane. Sono invece ferme Castenedolo (dov'è in corso una campagna per salvare la sala), il cinema Sant’Antonio a Brescia, Villanuova (dove si è però iniziato a discutere dell’acquisto), Agnosine, Bovegno, Desenzano, Lonato, Marone, Odolo, Prevalle, Sale Marasino, Cologne, le sale di Lumezzane Pieve e di San Sebastiano, Ospitaletto e Sabbio Chiese.

Per quanto riguarda il funzionamento del nuovo sistema,alla tradizionale pellicola in poliestere si sostituisce il Dcp (Digital Cinema Package), un hard disk su cui è memorizzata una sequenza di dati digitali codificati e criptati che trasmettono il film vero e proprio.

Francesco Alberti

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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