Il desolato decadere dell'homo italicus
Lei. Capello curato, abito preferibilmente lungo, arioso, colorato vivacemente. Collana sobria, orecchino etnico, sandalo elegante, mani e piedi levigati all’ultima unghia, desiderosa di vita. Impaziente dell’evolversi della serata, la mezza età come sfida. Lui. Polo sbiadita, bermuda anonimi, pancia rivedibile, braccialetto di cuoio smangiato, infradito da spiaggia quando non l’esecrabile sandalone, capello trascurato, personalità trascurabile.
Annoiato, la mezza età come scusa. Uno, qualcuno, centomila. Visti così in giro. Al ristorante, a passeggio, a Messa, al museo, all’aperitivo. Passa anche da qui, dalla negligenza nel vestire e nel portarsi - quantomeno nell’uscita serale - il decadere dell’homo italicus. Il quale, perso ogni pudore, si avvia ad assomigliare sempre più ai barbari - esteticamente parlando - del Nord e dell’Est. Un uomo svogliato, al fianco di una donna vitale.
Come può funzionare? Perché, maschi, non avete un sussulto di dignità? Perché, femmine, permettete che questo avvenga? Oltre a leggere «Donne che corrono con i lupi» e a dire «sindaca» e «assessora», vogliate pretendere al vostro fianco principi Filippo, pensando di meritarlo in quanto regine Elisabetta.
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