Il deputato bresciano Fabrizio Benzoni è il nuovo segretario lombardo di Azione

Primo obiettivo le elezioni europee di giugno: «Siamo convinti che sarà un passaggio molto importante nel panorama politico italiano»
Fabrizio Benzoni - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Azione ha un nuovo segretario lombardo che è stato eletto a Milano nel corso del congresso regionale. Si tratta del deputato bresciano Fabrizio Benzoni. Il primo impegno per il neo coordinatore sarà quello delle elezioni europee. «Azione sta lavorando alla sua lista, a un progetto liberale insieme alle forze che con noi vogliono costruire un progetto per contare sempre di più in Europa - ha spiegato -, sempre più forte in Italia. Lo facciamo partendo dalla nostra identità e dalla nostra classe dirigente, siamo convinti che sarà un passaggio molto importante nel panorama politico italiano».

Attenzione anche a Milano dove si voterà nel 2027. «È molto presto oggi per parlare di nomi e strategia, noi siamo in maggioranza con Sala adesso - ha aggiunto -. Siamo convinti che serva un progetto per portare Milano al centro dell'attenzione europea e farla diventare un'altra grande capitale europea com'è stato negli ultimi anni e su questo siamo pronti a lavorare con chi con noi vuole condividere questo progetto».

Carmine Pacente, segretario di Azione Milano Metropolitana e consigliere comunale ha spiegato che l'impegno è quello «di costruire un radicamento territoriale in previsione delle europee e delle amministrative, perché ci sono tanti Comuni che andranno al voto nell'area della città metropolitana di Milano».

L'intervista

Azione ha alle spalle anche la storia tribolata delle ultime Regionali: come sono i rapporti con Lombardia Migliore?

Quel gruppo non ha una struttura territoriale forte con cui dialogare. Al loro fianco c’è stata una battaglia politica corretta dal punto di vista del posizionamento, ma non per la candidatura alla presidenza.

Boccia Letizia Moratti?

Assolutamente sì. A un anno di distanza è tornata in Forza Italia dopo avere contestato quella stessa maggioranza al punto di abbandonarla. Non è credibile.

E con Italia Viva? Il gruppo resterà comune?

Il percorso si è rotto, oggi sarebbe inspiegabile una nuova fase insieme. A livello regionale e locale sono invece le persone a fare la differenza, dove ci sono le condizioni proseguiamo.

Completiamo il quadro con il Pd, che è già al lavoro su Lombardia 2028: ci sarete?

Noi siamo fortemente all’opposizione di questo governo di centrodestra che ha portato al disastro. L’obiettivo è costruire un’alternativa a questa Giunta e ovviamente il dialogo con il Pd ci interessa. Se, a differenza del 2023, riusciremo a costruire un progetto attorno a una figura che tenga insieme le forze riformiste ci siederemo volentieri a un tavolo. Non per preconcetti verso il centrodestra ma perché in Lombardia, a differenza del Veneto, quella coalizione ha dimostrato di non essere all’altezza. 

Resta il diktat sui Cinquestelle?

Resta laddove c’è un no a tutte le opere strategiche. In Abruzzo, dove questi veti non esistono, siamo in coalizione con loro.

Quali sono questi temi determinanti?

La sanità senza dubbio, ma anche i trasporti. Significa dire sì alla Tav, alle infrastrutture importanti come l’Autostrada della Valtrompia e il depuratore del Garda, opere che servono alla crescita delle economie locali. E su questi fronti anche il Pd deve scegliere con coraggio.

Europee e Amministrative: quali aspettative e quali alleanze?

Alle Europee ci saranno sfide importanti nel nostro collegio, ma saremo centrali anche alle Comunali: come sempre valuteremo caso per caso. Sbaglia chi da per scontato l’asse col centrosinistra.

In Europa siete col Pd, eppure a Roma i rapporti sono spesso distanti: come mai?

C’è dialogo, ma noi abbiamo una nostra identità chiara. Azione è atlantista, il Pd si è astenuto sul sostegno all’Ucraina: è inaccettabile e segno di una differenza enorme. In Europa sediamo insieme a Pd e FI perché condividiamo i valori riformisti, in parlamento invece siamo in tre coalizioni differenti perché noi non ci arrendiamo a un bipolarismo che ha fallito, loro insistono con un Fight club che non funziona: serve sintesi tra forze moderate.

 

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