Il caso della Tav sul Garda, ecco le cose da sapere
Alle 15 la Conferenza dei servizi dedicata alla verifica dello stato dei lavori e all’approvazione del progetto definitivo.
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TRATTA BRESCIA-VERONA: NUMERI E COSTI
Ottanta chilometri di binari. Costo dell’opera 2,6 miliardi di euro. Sette anni di lavori. Le opere per il tratto Treviglio-Brescia sono già iniziate e hanno già toccato anche la città. Per la Brescia-Verona siamo ancora in fase pre-cantieri.
IL TRACCIATO
La Brescia-Verona, di fatto, comincia in realtà ad Ovest del capoluogo di Provincia. Precisamente nella zona Castrezzato-Travagliato, dove si «stacca» dalla Treviglio-Brescia. Affianca la Corda Molle fino a Castenedolo toccando pure Lograto, Torbole Casaglia, Azzano, Capriano, Flero, Poncarale, Montirone e Ghedi. Sul Garda la zona più «calda». Qui l’opera più significativa è una galleria a doppia canna a Lonato, lunga 7,7 chilometri, che va dalla zona industriale Feralpi a Montealto di Desenzano. Sulle colline moreniche la Tav scorre in trincea.
IL BROLETTO TIRA IL FRENO
Il neo-presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli chiede di «rivalutare in modo ponderato gli impatti che possono derivare dalla realizzazione dell’opera». Al fine di rendere un progetto ormai datato (risale a 11 anni fa, ndr) compatibile con le mutate componenti ambientali». Di qui la richiesta di riformulare la Valutazione di impatto ambientale sull’intero tracciato. Insomma, Brescia cerca di ottenere più tempo per valutare tutte le opzioni con maggiore calma.
PROBLEMA CAVE
Ieri, in Aib, si sono riuniti i rappresentanti delle maggiori aziende di escavazione della provincia. Secondo il programma realizzato da Rete ferroviaria italiana nel tratto Brescia-Verona verranno aperte sette nuove cave per recuperare materiale inerte destinato alla realizzazione della maxi infrastruttura. Sei dei sette bacini si trovano nel Bresciano: a Lograto, Montichiari (due), Castenedolo (due) e Calcinato. Secondo l’Aib «non solo creeranno un ulteriore pesante danno ambientale, ma sono anche assurdi sotto il punto di vista economico, in quanto vicini a cave già attive e momentaneamente sottoutilizzate a causa della crisi edilizia».
PROPOSTA «MADE IN BOTTICINO»
Nelle scorse settimane, in merito, si è registrata la proposta lanciata dalle Amministrazioni comunali dell’area del marmo: Botticino, Nuvolento, Nuvolera, Paitone e Serle hanno creato un tavolo permanente di confronto attorno alla proposta di utilizzare, per i sottofondi della Tav, il pietrisco di marmo, evitando così l’annunciata apertura di nuovi bacini di estrazione e contribuendo a sostenere l’attività di cava locale.
MAXI CANTIERE GARDESANO
Secondo i piani il progetto è diviso in quattro lotti. Il primo riguarda le gallerie e i relativi imbocchi, a partire da Lonato. Il cronoprogramma parla di completamento dei lavori in oltre sette anni. Cinquantuno mesi sarebbero impiegati per il completamento del solo primo lotto.
ATTRAVERSO IL LUGANA
Cinquanta ettari di vigneto espropriati più altri trenta ettari «presi in prestito» per i cantieri. Questi numeri che fanno tremare l’area del Lugana, zona rinomata per la produzione di vino pregiato. La realizzazione del progetto così come è oggi, secondo il Consorzio per la tutela del Lugana, «è un disastro per il territorio e per tanti piccoli agricoltori».
GIALLO FERMATE
Ancora poco chiaro il «programma di viaggio» dei treni che percorreranno la nuova linea ferroviaria. Assieme a disagi e rischi l’opera porta con sé opportunità. Nel complicato tentativo di soppesare gli uni e le altre, le Amministrazioni comunali e la Provincia stessa chiedono di poter capire con precisione in quali stazioni i convogli faranno fermata.
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