Il Bresciano a secco: «Mai così poca pioggia dal dopoguerra»

Le precipitazioni del 2022 sono le più basse dal 1949, neve esaurita in montagna. «Normalità» solo da ottobre
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SICCITA': "RAZIONARE L'ACQUA"
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Le serie storiche dicono che il 2022 è l’anno con meno pioggia dal dopoguerra. Ma in realtà la grande sete del territorio bresciano (e non solo) è arrivata a livelli critici «mai visti». Nessun manto nevoso ereditato dall’inverno per alimentare corsi d’acqua e bacini idrici, fiumi prosciugati, livelli dei laghi bassissimi. Non basta qualche acquazzone a risolvere un problema che si trascina da almeno dodici mesi. «Il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi, negli invasi artificiali e sottoforma di manto nevoso risulta inferiore del 59,3% alla media del periodo 2006-2020» spiegano da Arpa Lombardia.

Anno eccezionale

Basta prendere i dati di qualunque stazione metereologica per capire come quella che stiamo vivendo sia una «crisi idrica epocale». I dati Arpa riferiti alla città, dicono che dall’inizio dell’anno sono caduti solo 158 millimetri di pioggia. Il dato più basso tra quelli disponibili, partendo dal 1991. Anni critici anche il 2003 e il 1993. Ma nulla a che fare con la situazione di quest’anno. «È sicuramente un anno eccezionale» spiega il metereologo Nicola Gelfi. Il 2022 non è solo l’anno più siccitoso dal 1991. Ma degli ultimi 70 anni, da quando sono disponibili i dati dell’Istituto Pastori di Viale Bornata.

Nel 1953 (1 gennaio-16 giugno) in città erano caduti 256,8 millimetri di pioggia, nel 1981 erano stati 231,6, nel 1976 213,2. La media degli ultimi trent’anni è di circa 415 mm, per avere un riferimento. Di fatto quest’anno si è scesi quasi a un terzo rispetto a quel valore. Quadro analogo in Lombardia: a fronte di una media di 507 millimetri, tra dicembre 2021 e maggio 2022 ne sono caduti solo 206. «Difficile dire se siamo di fronte a un trend - prosegue Gelfi - di certo non solo il 2022 è un anno eccezionalmente siccitoso, ma non si è mai vista così poca pioggia come negli ultimi 12 mesi».

Dal luglio dello scorso anno si contano solo 567 mm di pioggia caduti: «Un dato senza precedenti con un enorme distacco dal secondo "in classifica"». Il secondo anno meno piovoso risulta il 1953, con 716,8 millimetri, seguito dal 1970 (725,9 mm) e dal 1981 (750,8 mm), a fronte di una media annua che al Pastori risulta di circa 990 mm (periodo 1991-2020).

Scenario

Ma, lo si diceva, la dinamica registrata al Pastori è la stessa di tutte le stazioni non solo bresciane, ma del nord Italia. La fotografia dell’Arpa è impietosa. «Il manto nevoso è in rapido scioglimento su tutta la parte montana della regione. I quantitativi di equivalente idrico della neve stimati nei bacini montani sono ormai residuali e inferiori ai minimi del periodo di riferimento». Pare difficile anche sperare in una inversione del trend.

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Le previsioni a lungo periodo di Arpa Lombardia confermano infatti alte temperature e poche piogge. «Il mese di luglio vedrà precipitazioni inferiori alla norma», anche se «sui settori alpini» si potrebbe tornare vicino ai valori medi. Agosto si annuncia come un mese bollente: «la carenza di precipitazioni risulterà maggiore su tutti i settori e le temperature superiori alla norma in modo marcato». Anche settembre «vedrà una prosecuzione di condizioni “siccitose”». Bisognerà aspettare ottobre per «passare ad una fase leggermente più piovosa, con precipitazioni in linea alle medie mensili».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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