Il bambino che vive dentro di noi ama le favole

Un posto dove le favole prendono vita lo conosco bene, si trova a pochi passi dall’abitato di Mompiano
Una delle installazioni nella Valle di Mompiano
Una delle installazioni nella Valle di Mompiano
AA

Condivido pienamente le parole di Gianni Rodari, il quale ha scritto che «il senso dell’utopia, un giorno, verrà riconosciuto tra i sensi umani alla pari con la vista, l’udito, l’odorato. Nell’attesa di quel giorno tocca alle favole mantenerlo vivo».

Io, un posto dove le favole prendono vita lo conosco bene, si trova a pochi passi dall’abitato di Mompiano, protetto da una sbarra di ferro che interrompe il passaggio alle automobili su una strada ancora sterrata.

La chiamano comunemente «Val Fredda», probabilmente perché d’inverno la calabrosa fatica a sciogliersi sui rami del vasto castagneto selvatico e sulla tipica vegetazione pedemontana. La zona, destinata alla polveriera militare, per molto tempo è stata preclusa al godimento dei visitatori, per questo l’ambiente si è conservato quasi integro.

Attualmente il bosco cittadino è diventato il fondale per una serie di installazioni artistiche, sulle quali gli agenti atmosferici stanno compiendo progressivamente la loro opera di naturale degrado biologico. L’angolo circoscritto della «radura delle fate» si raggiunge seguendo un breve sentiero disseminato di sassi gialli.

Qui, alla radice di alcuni alberi di faggio, nascoste fra l’erba e le foglie di fragola, l’artista Patrizia Cigognetti ha creato le case delle «fate dei venti», le cui porticine impreziosite da vetri colorati, specchi e conchiglie si spalancano dentro la radura, orientate nella direzione dei punti cardinali. La loro vista, unita al suono dei campanelli di coccio smossi dal vento sollecita la fantasia e invita adulti e bambini a spegnere i telefoni, abbandonare tablet e televisori per gioire dell’incontro con il mondo delicato dell’immaginazione.

Lungo il percorso si possono ascoltare varie specie di uccelli, anche ghiri e scoiattoli si incontrano facilmente. Si possono ancora trovare ricci, salamandre e rospi che testimoniano il patrimonio vitale di un ecosistema perfetto, dove la magia si compie nel lento svolgimento dei cicli di una natura ancora incontaminata che esige salvaguardia e rispetto.

L’esperienza del bosco «magico» e dei suoi profumi, restituirà nel tempo attraverso la rievocazione di suoni e di aromi l’immagine felice di momenti che ci apparterranno per sempre. In attesa che si sviluppi un comune senso dell'utopia, è piacevole mantenere vivo quello generato dalle favole, non per renderci estranei al mondo reale, bensì per entrare in contatto con il nostro «io-bambino», la parte più segreta e migliore di noi stessi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato