I volontari bresciani: «Abbiamo lasciato un pezzo di cuore in Emilia»
«Abbiamo lasciato là un pezzo di cuore. Ma abbiamo deciso che non era più il caso di lavorare per via della forte stanchezza, soprattutto mentale». Lo ammette Marco Belotti, coordinatore della Protezione civile di Calcinato, che per giorni ha operato in provincia di Ravenna insieme alla sua squadra e ai volontari di Palazzolo.
Sono tornati a casa dopo una settimana intensa fatta di decine di ore immersi nell’acqua per portare in salvo uomini, donne e bambini e persino animali domestici. La zona dove i 9 volontari bresciani del soccorso fluviale Alluvionale hanno operato è quella della bassa Romagna, un territorio devastato dalle alluvioni che negli ultimi giorni hanno colpito l’Emilia-Romagna.
«La situazione è abbastanza disperata - prosegue Belotti, oggi in visita alla redazione del Giornale di Brescia con il gruppo di volontari di Calcinato e di Palazzolo -. Ci è capitato di effettuare anche 114 salvataggi in un giorno». Si parla di intere famiglie: «Papà, mamma, figli che prendevano la loro borsa con le cose dell’ultimo prima di essere portati al centro di accoglienza» ricorda il tecnico Marco Sala. «Abbiamo anche fatto la spola con i nostri gommoni a portare cibo e medicinali, ma in una fase subito dopo l’emergenza. La prima è stata evacuare le persone» dice ancora Belotti.
Nelle scorse ore il testimone è passato ai gruppi Valcarobbio e Pontevico. Due i comuni affidati alla Protezione Civile di Brescia: Massa Lombarda e Sant'Agata sul Santerno.
In Emilia Romagna intanto continua a piovere e permane l'allerta rossa. Sono oltre 36mila le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case, 10 mila quelle che hanno trovato accoglienza in alberghi e nelle strutture allestite in palestre, palazzetti dello sport e scuole.
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