I sindaci bresciani insistono: «Serve una campagna di tamponi»

Nonostante la risposta negativa della Regione, i primi cittadini tornano sul tema: «Disponibili a un confronto sereno»
I SINDACI SCRIVONO A CONTE
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Prosegue il confronto tra i sindaci bresciani e la Regione Lombardia dopo la lettera, firmata da 67 primi cittadini, in cui si chiede una campagna massiccia di tamponi, gratuiti o dietro il pagamento di un ticket, da avviare nel nostro territorio per contrastare la diffusione del Covid-19.

Nonostante la risposta negativa dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, che ha escluso le analisi a tappeto, perché i tamponi «hanno valore diagnostico e non preventivo» e «una persona può ammalarsi subito dopo l’esame», i sindaci ribadiscono la loro richiesta, inviata anche al premier Conte e ai ministri Speranza e Boccia.

«Fare i tamponi ora che il numero di contagi è inferiore al periodo più critico dell’emergenza è indispensabile per standardizzare un sistema di tracciamento efficace ed efficiente, necessario per fare fronte a una eventuale ondata di ritorno - si legge in un nuovo documento diffuso ieri -. Il tampone ha sì una valenza diagnostica, ma indirettamente anche di prevenzione».

I sindaci chiedono inoltre che tutti i tamponi fatti a persone risultate positive al test sierologico vengano rimborsati. Attualmente, invece, la Regione prevede la copertura delle spese solo per chi risulta positivo anche al tampone. Dai primi cittadini arriva infine una richiesta di confronto e dialogo «sereno» con i vertici della Lombardia.

 

 

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