I negozi in città parlano sempre più straniero

Un italiano su due frequenta negozi gestiti da stranieri. Quelli di vestiti, i ristoranti e i bar i più frequentati, comprese le gastronomie e Kebab, ma la presenza di tali imprese commerciali rappresenta ancora uno svantaggio. Lo si deduce dalla ricerca condotta nello scorso luglio dalla Fondazione Leone Moressa di Mestre che ha inoltre calcolato, con i dati forniti da Infocamere, come nel nostro Paese su 100 imprenditori impiegati nel commercio e nei servizi, poco più di 9 sono stranieri, pari a 233mila soggetti.
L'indagine fotografa una situazione che vede le maggiori concentrazioni nelle grandi città come Roma, Milano, Torino e Napoli; con un sorprendente quinto posto per Brescia con le sue 5.528 imprese straniere che rappresentano l'11,4 per cento e segnano una variazione dell'8 per cento rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno.
Su fronte specifico della frequentazione, la nostra provincia è in linea con le abitudini di tutto il Nord, dove il 54,8 per cento degli intervistati dice di essere entrato almeno una volta in un negozio o esercizio straniero.
Se si analizzano le motivazioni sottolineate, la curiosità è il maggiore impulso. Ma c'è anche chi li considera più convenienti (24,3 %); più comodi per la vicinanza a casa (14,8 %); perché vi trova, nell'11,1 per cento dei casi, più varietà di prodotti e, infine, perché hanno orari più flessibili (8,2%).
La percezione, poi, della concentrazione elevata di negozi si dilata in particolare nelle città. Brescia non fa eccezione. Le interviste realizzate, anche sul nostro territorio, mettono in luce come le attività gestite da stranieri siano ritenute uno svantaggio (40,7 %) più che un vantaggio (17,4 %); uno svantaggio perché si ritiene facciano concorrenza sleale ai tradizionali esercizi commerciali; perché si rischia di compromettere la sicurezza cittadina e di aumentare il degrado urbano.
Allargando lo sguardo, si scopre che la crescita nell'ultimo anno degli imprenditori stranieri è stata del 5,7 per cento, a fronte però di un calo dell'1,4 degli italiani. Genova, Milano e Brescia le province più dinamiche nei settori del commercio, nelle costruzioni e nella manifattura.
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