I medici bresciani: «Restrizioni necessarie, siamo stremati»

Per il presidente dell'Ordine, Ottavio di Stefano, a Brescia si stava andando fuori tempo massimo: «O forse ci siamo già andati»
La terapia intensiva della Poliambulanza - Foto © www.giornaledibrescia.it
La terapia intensiva della Poliambulanza - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Sono «indispensabili» le misure restrittive a Brescia secondo Ottavio di Stefano presidente Consiglio Direttivo dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Brescia. 

«Siamo stremati» ha detto a 24Mattino, su Radio 24. «L'impegno dei medici e degli uomini e delle donne della sanità sta diventando di nuovo estremamente importante. Medici, infermieri e tutti gli operatori della salute - ha aggiunto - sono stremati. Abbiamo passato un anno andando oltre la fatica». 

Certo «non c'è terrore perché continuiamo ad avere quello dello spirito per cui ognuno di noi ha scelto di fare il medico, l'infermiere, il tecnico di laboratorio. Siamo stanchi e le misure restrittive secondo noi erano indispensabili, stavamo andando fuori tempo o forse - ha concluso - non so se ci siamo già andati. Dobbiamo mantenere alta la guardia nei focolai nelle zone dove si manifesta la presenza soprattutto con infezioni della variante inglese, bisogna intervenire chirurgicamente chiudendo facendo i tamponi e vaccinando».

Già ieri l’Ordine dei medici aveva chiesto alla politica interventi per limitare i contagi alla luce dei dati epidemiologici e dei ricoveri negli ospedali bresciani. Da giorni si ripetevano gli allarmi sulla situazione nella nostra provincia, per cui si parlava insistentemente dell’istituzione di una zona rossa. Ne è uscita una zona «arancione rafforzato», con le limitazioni della fascia arancio a cui si è aggiunta, tra le altre cose, la chiusura di tutte le scuole. La situazione resta comunque delicata, nei prossimi giorni si capirà se l’ordinanza regionale, che scade il 2 marzo, verrà prorogata o meno.

L’andamento viene tenuto sotto controllo non solo a Brescia, ma in tutta la regione: «Nelle terapie intensive lombarde oggi abbiamo più di 400 ricoverati e 150 sono stati i nuovi ricoveri nell'ultima settimana. Sicuramente un dato piuttosto preoccupante», ha detto a questo proposito Emanuele Catena, primario del reparto di terapia intensiva dell'ospedale Sacco di Milano, spiegando che «sicuramente siamo in uno stato di massima allerta».

 

 

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