I giochi restano anzitutto sport
Smaltita l’euforia per la assegnazione a Milano e Cortina dei XXVGiochi Olimpici Invernali del 2026; consumata la giusta dose di retorica sul gioco di squadra che ha portato alla vittoria e sulla messa alla prova del sistema-Paese che ci attende; sciorinata tutta l’agenda di buone intenzioni sulle opere possibili e sulla vigilanza da attuare; stimati gli aumenti di Pil e posti di lavoro...
Ecco, dopo e al di là di tutto questo, è il caso di ricordarci sommessamente, a cadenza periodica, che comunque la centralità alle Olimpiadi l’hanno sempre gli atleti e gli sport praticati, nella fattispecie su neve e ghiaccio. Ma è scontato, si obietterà... Sì, forse lo , ma a scanso d’equivoci è meglio sapere che decisive per vincere la scommessa non saranno solo l’organizzazione logistica e la facciata con cui l’Italia accoglierà atleti e visitatori.
Altrettanto fondamentali saranno la capacità del Coni e delle sue federazioni di riuscire a portare sulle piste o nei palazzetti un nostro movimento sportivo che, al di là delle medaglie poi vinte, si presenti strutturato, solido, capillare per numero di praticanti e attrattivo per i giovani... Un movimento all’altezza delle ambizioni con cui affrontiamo questa sfida e che sopratutto si proietti oltre il traguardo olimpico. Perché, con buona pace del barone de Coubertin, non potrà consolarci dire che l’importante era partecipare.
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