I farmacisti: «Non siamo eroi, ma protagonisti attivi e attenti»

Non eroi, ma «protagonisti attivi e attenti». Il ruolo dei farmacisti bresciani si è rivelato indispensabile, nell’emergenza sanitaria. Se lo slogan che ha accomunato la popolazione, durante il lockdown, è stato «Io resto a casa», per i farmacisti la parola d’ordine è stata di segno opposto: «Noi non restiamo a casa».

Lo sottolinea il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Brescia (375 farmacie e 15 mila operatori), Francesco Rastrelli, nel ringraziare in primis i tanti colleghi che si sono spesi con abnegazione. Con lui, il tesoriere Luigi Austoni e Alessandro Cavalli, dei Giovani Farmacisti. «La farmacia - rimarca il presidente - è stata l’unico presidio sanitario accessibile, tutti i giorni e 24 ore su 24, alla comunità». Che la situazione ospedaliera sia stata drammatica, lo ricorda il direttore  servizi farmaceutici Asst Spedali Civili, Tullio Elia Testa: «C’è stato un momento in cui avevamo più di 900 pazienti Covid ricoverati e sono stato coinvolto subito nell’unità di crisi aziendale». «Abbiamo avuto - specifica Giuseppe Zacchi, della Fondazione Poliambulanza - consumi giornalieri di farmaci salvavita pari al consumo mensile».

Rastrelli ricorda due frangenti particolarmente difficili: la carenza d’ossigeno, che, grazie a un’interazione col prefetto Visconti, i farmacisti hanno potuto distribuire con l’aiuto delle forze dell’ordine. «Si sono anche prodigati per consegnarlo personalmente a domicilio». Poi c’è stata la fase in cui gli stessi operatori sanitari hanno iniziato a contagiarsi e qualcuno, purtroppo, non ce l’ha fatta. Il presidente tocca anche il tema della dematerializzazione delle ricette. A breve saranno annunciate le linee guida per la completa digitalizzazione delle prescrizioni. Niente più attese in ambulatorio né codici da comunicare: sarà istituito un Fascicolo sanitario elettronico nazionale con un dossier personale di tutti i farmaci prescritti a ciascun utente.