«Ho sgobbato per il posto in giunta, entro in punta di piedi»
Definisce la moglie Elena la sua «spina dorsale» («ogni decisione l’ho sempre presa con lei») mentre il complimento più bello è arrivato da Federico Manzoni («mi ha detto: "Sono onorato di lavorare con te"»). Fabio Capra si gode il ritorno nella stanza dei bottoni di palazzo Loggia nell’unico modo che conosce: lavorando. Emilio Del Bono lo ha voluto nella sua giunta bis affidandogli le deleghe al bilancio e all’istruzione. «Entrerò in punta di piedi, mi sono messo a studiare il bilancio, ho visitato i settori, fatto il punto con i dirigenti».
Lei è in consiglio comunale dal 1994, è stato assessore con Paolo Corsini, capogruppo negli ultimi 5 anni. Anche nel suo partito c’è chi diceva: «Ha già dato». Invece è ancora in campo. Perché?
«L’osservazione è legittima, ma vorrei ricordare il tempo speso per la Loggia in questi anni. Un impegno totale e quotidiano. Non mi sono mai risparmiato. Ho "sgobbato", non ho certo fatto il turista e oggi non rubo il posto a nessuno. Sono stati il sindaco e il segretario cittadino del Pd a chiedermi di candidarmi. I risultati mi lusingano e l’età non mi preoccupa. Penso di poter dare un contributo importante: la città è bella ma può diventarlo ancora di più. Io darò tutto. Non sarò più il giovane di una volta, ma lo spirito è quello dei giorni migliori».
Che differenza c’è tra l’esperienza in giunta del 2003-2008 e quella attuale?
«Al tempo avevamo risorse cospicue. Oggi i Comuni faticano a garantire i servizi ai cittadini. La sfida è proprio questa: migliorare i servizi a fronte dei tagli ai trasferimenti, meno soldi dalla Regione, meno soldi dallo Stato. Diciamo che al tempo avevamo più risorse che pensieri, oggi più pensieri che soldi. Ma proprio qui si vede l’audacia e la visione di un buon amministratore».
Come stanno i conti del Comune?
«Il mio predecessore, il professor Panteghini, ha fatto un lavoro eccellente, rimettendo in equilibrio i conti. Ma va risolta una volta per tutte la questione del contributo regionale per la metro. Nel 2018 abbiamo ricevuto 9 milioni una tantum. Soldi che ora come ora per il 2019 non sono confermati. Se dovessi scrivere il bilancio oggi, partirei da meno 9. Il tema è sul tavolo del sindaco e del governatore Fontana. Poi c’è il debito. Bisogna lavorare per rinegoziare i prestiti per il metrò, in modo da avere più soldi in cassa per la parte corrente e i servizi ai cittadini. Con Cassa depositi e prestiti abbiamo aperto un contenzioso: il loro mutuo ha un tasso spropositato, oltre il 5%, e una penale assurda. Se riuscissimo ad alleggerire quel mutuo, avremmo 5-6 milioni in più l’anno».
Pensa che nei prossimi anni sarà necessario vendere azioni di A2A per abbattere il debito?
«Nel 2013 è stato necessario vendere il 2,5% perché avevamo un buco di 33 milioni. Ma io sono sempre stato contrario a scendere sotto il 50%. Ripeto: dobbiamo lavorare sul contributo per il Tpl e sul mutuo con Cdp. Solo sullo sfondo, come ultima ratio, potremmo aprire un dibattito sulla vendita di A2A. Ma oggi non è all’ordine del giorno».
Però nel vostro programma avete promesso di ridurre le tasse, come farete?
«Le promesse vanno rispettate. Abbiamo detto che l’addizionale Irpef sarà tagliata dello 0,1%, portandola allo 0,7%. Un’operazione che vale 2,5-3 milioni di euro. Vogliamo anche abbassare la Tari, introducendo la tariffa puntuale. Si tratta di capire come sostituire le risorse che ci verranno a mancare. Io credo che si possa rafforzare il buon lavoro già avviato nella lotta all’evasione. In media abbiamo recuperato 8-10 milioni l’anno. Margini per crescere ci sono».
Capitolo Istruzione. Quali le priorità?
«Dobbiamo potenziare il buon livello del servizio scolastico, mense e trasporti. Già da settembre stabilizzeremo 13 insegnanti. Ma il problema non è l’organico, quanto le strutture, di competenza dell’edilizia scolastica. Da tempo l’assessore Muchetti ha posto il tema della vulnerabilità degli edifici. Dobbiamo garantire ambienti sicuri, puliti e funzionali».
E il Parco delle Cave? Lei non ha più quella delega…
«Stiamo scontando le difficoltà degli operatori, Taglietti e Gaffurini: le aree le abbiamo portate a casa, ma il ripristino si è bloccato. Per questo con l’assestamento di bilancio di luglio escuteremo 1,7 milioni di euro di fidejussioni, che poi useremo per ultimare i lavori. Credo che in un paio d’anni anche la seconda metà del parco possa diventare realtà. Darò il mio contributo alle colleghe Cominelli e Tiboni. Questo è un lavoro di squadra».
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